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Appalti, antimafia: al via la banca dati nazionale

A partire dal prossimo 22 gennaio, con l’entrata in vigore del dpcm 193/2014, diventerà operativa la banca dati nazionale unica della documentazione antimafia.

A partire dal prossimo 22 gennaio, con l’entrata in vigore del dpcm 193/2014,  diventerà operativa la banca dati nazionale unica della documentazione antimafia.
 
Un passo importante per la lotta contro le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e che vede concretizzarsi, in un unico strumento, anni di leggi e aggiornamenti in materia.
 
Si tratta di uno strumento utile non solo per le forze dell’ordine, ma anche per le imprese stesse.
 
D’ora in poi infatti tutte le aziende che volessero partecipare ad una gara d’appalto e sono obbligate a presentare la documentazione antimafia, non dovranno più rivolgersi alla Prefettura del proprio Comune, ma potranno, molto più agevolmente, consultare la banca dati dove sarà disponibile tutta l’informativa sui documenti necessari alla partecipazione.
 
La banca dati sarà costituita da un archivio delle documentazioni antimafia e da un archivio, costantemente aggiornato, degli accertamenti che hanno ricevuto le singole imprese in appalti precedenti.
Compito delle imprese sarà quello inserire nella banca dati la propria ragione sociale, il proprio codice fiscale e i documenti relativi al rischio infiltrazione mafiosa.
 
Per rendere possibile questo complesso e ambizioso progetto, la banca dati è collegata ad altri archivi telematici, tra cui i vari centri di elaborazione dati delle Prefetture, il database della DIA, gli archivi del Ministero della Giustizia e delle Camere di Commercio e, infine, l’Osservatorio per i contratti pubblici.
 
Per avere a disposizione un maggior numero di informazioni, la banca dati è collegata ad altri archivi telematici: i vari centri di elaborazione dati che fanno capo alle Prefetture, la direzione investigativa antimafia (DIA), l’osservatorio dei contrati pubblici, le Camere di commercio e il Ministero della Giustizia.