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Arriva dagli Stati Uniti la vincitrice dell’arcVision Prize – Women and Architecture 2016.

Jennifer Siegal, classe 1965, fondatrice e titolare dello studio Office of Mobile Design (OMD) a Los Angeles, si è aggiudicata all’unanimità il prestigioso premio internazionale di architettura al femminile istituito da arcVision, la rivista del Gruppo Italcementi.

Un riconoscimento che dal 2013 premia ogni anno un architetto donna i cui progetti dimostrino novità di interpretazione progettuale e particolare attenzione a tecnologia e sostenibilità, con implicazioni sia sociali che culturali.

Celebre per la sua creazione della casa mobile del XX secolo, l’architetto statunitense ha colpito la giuria anche per il progetto del Mod.Fab di Taliesin, in Arizona, un esempio di casa nel deserto, eco sostenibile e trasportabile e per la OMD Prefab ShowHouse, un edificio prefabbricato mobile che utilizza tecnologie “verdi”. La giurate, Shaika Al Maskari, Vera Baboun, Odile Decq, Yvonne Farrell, Daniela Hamaui, Louisa Hutton, Suhasini Mani Ratnam, Samia Nkrumah, Benedetta Tagliabue e Martha Thorne, hanno scelto Siegal dopo due giorni di lavoro tra una rosa di 20 candidate provenienti da quattro continenti.

L’architetto è stata definita «una pionera coraggiosa nella ricerca e nello sviluppo di sistemi costruttivi prefabbricati, a prezzi contenuti per utenti e aree di intervento disagiati, in grado di costruire soluzioni pratiche e innovative per una tipologia abitativa mobile».

Nel corso della cerimonia di premiazione, svoltasi al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, è stata ricordata anche la figura di Gae Aulenti con un premio speciale, ritirato dalla nipote Nina Artioli, per riconoscerle il ruolo di architetto, intellettuale e ferma sostenitrice dell'uguglianza di genere. Un tema, quello delle differenze di genere, toccato anche nel corso della conferenza stampa con le giurate del premio.
«Non penso che l'architettura sia mascolina e femminile -  ha detto Yvonne Farrell, socia fondatrice dello studio di architettura Grafton Architects - penso che l'immaginazione sia alla base dell'architettura fatta da donne e uomini che naturalmente hanno le loro visioni. Non è una sfida, è una questione di sostenere il bello della vita».

La giuria, coordinata da Stefano Casciani, direttore scientifico del premio, ha inoltre assegnato menzioni d’onore alla canadese Pat Hanson, la spagnola Elisa Valero Ramos e la cilena Cazù Zegers. «La scelta è ricaduta su quelle donne coraggiose, innovative e creative che con i loro lavori dimostrano di rispettare l'ambiente, in grado di lanciare il messaggio che bisogna cambiare il mondo», ha spiegato Samia Nkrumah, presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah.

Nel corso della conferenza stampa si è discusso del valore dell’arcVision Prize che «ha lo scopo di illuminare il ruolo delle donne nell'architettura» ha detto l’architetto francese Odile Decq, riflettendo sul fatto che «mentre nelle facoltà di architettura il 60 per cento sono studentesse, poi solo meno del 10 per cento dirigeranno uno studio. Quindi dove finisce l’altro 50 per cento? Ecco perché con questo premio vogliamo puntare i riflettori su chi sono le donne architetto, dove lavorano e quanto lavorano bene».

Per la direttrice del Pritzker Prize, Martha Thorne, l’annuale premio assegnato da Italcementi «può contribuire alla storia dell’architettura in modo forte, perché se consideriamo il vero valore dei premi, quelli buoni ci dicono qualcosa di noi come società e l’arcVision ci dice che le donne e l'architettura sono importanti per questa società».

La vincitrice, oltre a una somma in denaro, potrà svolgere un progetto di ricerca e workshop presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo. «L’arcVision è la strada che Italcementi ha scelto per riaffermare la propria visione della “questione femminile”, che soprattutto in architettura continua a stupire producendo capolavori di tecnologia e sostenibilità» ha affermato Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi Group, che commentando l’edizione di quest’anno ha aggiunto che «la vincitrice si è distinta per la capacità di sviluppare un’architettura innovativa e particolarmente straordinaria». Lo stesso Pesenti, al termine della serata, ha voluto ricordare anche l’architetto e designer di origini irachene Zaha Hadid, scomparsa il 31 marzo scorso.

L’intervista integrale che INGENIO ha fatto al consigliere delegato di Italcementi Group Carlo Pesenti, è su Ingenio TV al seguente LINK