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ANTITRUST: multa da 184 milioni di euro al CEMENTO, coinvolta anche AITEC

’Antitrust, nella propria riunione del 25 luglio 2017, ha irrogato sanzioni per più di 184 milioni di euro alle principali imprese attive nel mercato della vendita di cemento, all’Associazione di categoria Aitec

il COMUNICATO STAMPA dell'Autorità

INTESA SUI PREZZI, SANZIONI  PER OLTRE 184 MLN ALLE IMPRESE ATTIVE IN MERCATO DELLA VENDITA DI CEMENTO E ALL'ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA AITEC

A conclusione di un complesso procedimento istruttorio l’Antitrust, nella propria riunione del 25 luglio 2017, ha irrogato sanzioni per più di 184 milioni di euro alle principali imprese attive nel mercato della vendita di cemento, all’Associazione di categoria Aitec, nonché ad un rivenditore di materiali edili attivo nella regione Toscana.

In particolare l’Autorità ha accertato che le società Italcementi S.p.A., Buzzi Unicem S.p.A., Colacem S.p.A., Cementir S.p.A., Sacci in liquidazione S.r.l., Cementirossi S.p.A., Holcim (Italia) S.p.A., Barbetti S.p.A., Cementeria di Monselice S.p.A., Cementizillo S.p.A., Cal.me S.p.A, Cementi Moccia S.p.A, e TSC S.r.l, nonché l’Associazione di categoria Aitec, hanno dato vita, nel periodo 2011-2016 ad un’intesa, unica, complessa e continuata, in grave violazione dell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, avente ad oggetto un coordinamento dei prezzi di vendita di cemento sull’intero territorio nazionale, assistito anche da un controllo sistematico dell’andamento delle relative quote di mercato.

L’intesa oggetto di accertamento istruttorio si è basata su un modello concertativo unitario e stabile nel tempo, secondo il quale, come emerge dalle evidenze acquisite:

  • le imprese cementiere hanno definito ex ante in maniera concordata, anche nel corso di riunioni associative, identici aumenti nominali del  prezzo del cemento da comunicarsi anticipatamente alla clientela;
  • le medesime imprese hanno costantemente verificato non solo l’invio al mercato delle lettere di incremento prezzi da parte dei concorrenti, avvalendosi finanche della collaborazione attiva del distributore TSC, ma anche l’effettiva applicazione di tali aumenti da parte di tutti i concorrenti.

L’Associazione di categoria ha assunto un ruolo attivo in tale coordinamento, facendosi garante sia della complessiva applicazione degli incrementi di prezzo annunciati dalle imprese cementiere, sia diffondendo dati relativi alle consegne di cemento sul territorio nazionale idonei a facilitare un continuo monitoraggio delle quote relative e quindi la stabilità della collusione.

Il coordinamento delle condotte commerciali delle imprese ha comportato, in un contesto di gravissima crisi del mercato del cemento, il raggiungimento di livelli di ricavi e margini aziendali superiori a quelli ottenibili in un contesto concorrenziale, a danno della domanda rappresentata dal settore edile.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso perciò di comminare in dettaglio le seguenti sanzioni pecuniarie:

  • Italcementi = 84.052.057 euro
  • Buzzi = 59.793.072 euro
  • Colacem = 18.273.751 euro
  • Cementir = 5.090.000 euro
  • Holcim = 2.381.252 euro
  • Rossi = 5.849.500 euro
  • Sacci = 702.711 euro
  • Zillo = 4.079.085 euro
  • Barbetti = 1.162.448 euro
  • Calme = 1.793.771 euro
  • Moccia = 691.721 euro
  • Aitec = 147.997 euro
  • TSC = 1.571 euro

il COMUNICATO STAMPA di AITEC

AITEC rigetta le accuse della AGCM e ricorrera? dinanzi al TAR
AITEC, l’Associazione tecnico economica del cemento, rigetta le gravi accuse formulate dell’AGCM, perche? del tutto destituite di fondamento e gravemente lesive della sua immagine, e ricorrera? dinanzi al TAR e al Consiglio di Stato, ove necessario, per ristabilire la verita?.

ROMA, 7 AGOSTO 2017. E? stata notificata oggi la conclusione dell’indagine avviata dall’AGCM nel novembre del 2015, a carico di AITEC e delle aziende sue Associate, per una presunta intesa restrittiva della concorrenza, in violazione dell’art. 101 del TFUE. AITEC rigetta in toto le accuse formulate nei suoi confronti, perche? del tutto destituite di fondamento, e le considera gravemente lesive della sua immagine.

AITEC e? un’associazione storica di Confindustria, nata nel 1959. Essa opera nell’interesse dei suoi Associati, nel rispetto della legge e secondo canoni di condotta improntati a principi etici. Nella sua azione istituzionale l’Associazione promuove la concorrenza, spingendo le aziende verso standard di comportamento sempre piu? elevati.

Durante gli anni oggetto dell’indagine, AITEC ha operato un significativo e progressivo rafforzamento dei presidi interni di legalita?: l’adozione di un codice di condotta e di linee guida sui rapporti con i partner commerciali; l’istituzione di un gruppo consultivo di esperti sulla legalita? ed etica; l’adozione di un programma di compliance e la nomina di un compliance officer, per citare solo alcuni passaggi.

A dispetto di cio? e dell’assoluta mancanza di evidenze probatorie, l’AGCM ha seguito una tesi precostituita e non corroborata da evidenze fattuali, vedendo nell’Associazione il foro improprio di interlocuzioni illecite tra concorrenti. In particolare, in contrasto con il precedente procedimento comunitario, e? stato messo sotto accusa un sistema di raccolta di dati aggregati da cui era impossibile risalire alle informazioni relative ai singoli operatori. Tale sistema era stato introdotto per far fronte ai ritardi nel rilascio delle statistiche ufficiali del MISE, nonche? affidato in gestione ad una societa? terza accreditata per assicurare la confidenzialita? dei dati aziendali oggetto di distribuzione.

E? paradossale dover sopperire alle inefficienze di un operatore pubblico e vedersi poi accusati di una pratica anticoncorrenziale.

AITEC impugnera? dinanzi al TAR la decisone, che considera gravissima e ingiusta, e ricorrera? ove necessario in tutti i possibili gradi di giudizio affinche? venga ristabilita la verita?.

AITEC Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento e? dal 1959 organo di rappresentanza dell'industria cementiera nazionale. Ad AITEC, aderente a Confindustria e membro di Cembureau (Associazione Europea del Cemento) sono associate tutte le principali aziende del settore che, con oltre 69 unita? produttive distribuite sul territorio nazionale, rappresentano oltre l'83% della produzione nazionale di cemento. L'industria del cemento puo? essere annoverata tra le realta? piu? significative nel panorama economico- produttivo italiano, presente - con investimenti diretti e acquisizioni o partecipazioni - in 4 continenti e in 30 Paesi esteri. Dopo circa un secolo di storia, essa oggi e? leader a livello europeo e tra le prime a livello mondiale sia per dimensioni del mercato che per l'eccellenza tecnologica delle nostre industrie


Da BERGAMO NEWS: Italcementi: ricorreremo al Tar contro la decisione dell’Antitrust

In merito alla decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) di sanzionare Italcementi e le altre principali imprese del settore per una presunta violazione delle regole di concorrenza per il periodo tra giugno 2011 e gennaio 2016, la Società ritiene che gli addebiti siano infondati dal punto di vista fattuale e giuridico e quindi ricorrerà al TAR del Lazio.
In particolare, Italcementi ritiene che le decisioni commerciali assunte dal precedente management di proporre ai clienti aumenti di prezzi nominali dei prodotti siano state dettate da autonome, solide e logiche motivazioni imprenditoriali.
Italcementi, infine, ritiene del tutto sproporzionata la sanzione pecuniaria, una delle più alte irrogate dall’Autorità, in rapporto al fatturato generato dalla società in Italia. La sanzione decisa dall’Autorità, peraltro, colpisce Italcementi, come le altre aziende del settore, in una fase congiunturale caratterizzata da una profonda e lunghissima crisi del settore delle costruzioni e del settore cementiero in particolare


Da MILANO E FINANZA: BUZZI, gruppo fara' ricorso

Milano, 07 ago - Il gruppo Buzzi Unicem informa in una nota che oggi l'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato ha reso nota la decisione finale relativa al procedimento instaurato nei confronti di Buzzi Unicem e di altre imprese attive nel mercato del cemento e riguardante l'esistenza di una presunta intesa restrittiva della concorrenza. L'Autorita' ha ritenuto che Buzzi Unicem abbia preso parte ad una intesa avente ad oggetto l'asserito coordinamento dei produttori nell'aumento simultaneo dei prezzi nonche' uno scambio informativo svolto in seno all'associazione di categoria Aitec e, in generale, l'adozione di condotte volte a mantenere la stabilita' delle quote di mercato. La condotta e' stata considerata un'infrazione molto grave della concorrenza alla quale Buzzi Unicem avrebbe partecipato dal 1 giugno 2011 al 1 gennaio 2016 e, di conseguenza, l'Autorita' ha comminato a Buzzi Unicem una sanzione pecuniaria di 59,793 milioni di euro. "Buzzi Unicem ritiene che gli addebiti mossi dall'Autorita' siano infondati sia in punto di fatto sia in punto di diritto ed e' fermamente convinta di aver agito nel pieno rispetto della normativa a tutela della concorrenza, che rappresenta per il gruppo una priorita' imprescindibile. Di conseguenza, intendiamo impugnare la decisione nelle sedi competenti, per dimostrare l'inesistenza dei profili anti-concorrenziali ipotizzati nei nostri confronti".


Da UMBRIA 24: Colacem e Barbetti: «Ricorso al Tar»

Colacem: «Provvedimento senza fondamento» Colacome in una nota ritiene le conclusioni dell’Antitrust «destituite di ogni fondamento, non suffragate da alcun elemento di prova, inconsistenti e prive di logica economica. La tesi di una presunta pratica anticoncorrenziale – spiega l’azienda eugubina – viene contraddetta in modo incontrovertibile da un mercato italiano caratterizzato, negli anni citati, dal prezzo del cemento più basso d’Europa e da una forte conflittualità tra le numerose imprese presenti. Le conseguenze negative sulla marginalità delle aziende operanti in Italia sono certificate dai risultati economici dell’intero settore. Colacem – prosegue la nota – non ha mai assunto condotte contrarie alla concorrenza, operando nel rispetto di un Codice Etico di Gruppo, da anni definito e approvato, nel quale viene ribadito che “l’azienda crede nella libera, leale e corretta concorrenza e orienta le proprie azioni all’ottenimento di risultati competitivi che premino la capacità, l’esperienza e l’efficienza. Ogni azione che possa alterare le condizioni di corretta competizione è contraria alla politica aziendale ed è vietata a ogni soggetto che per essa agisce”». Colacem annuncia quindi che presenterà ricorso al Tar, ritenendo di avere «elementi sostanziali per ottenere l’annullamento dell’ingiusto provvedimento».


Il COMMENTO dell'Editore

Nel 2016 le Costruzioni hanno fatto +0,3 in termini di investimenti (in costruzioni).

II consumi mondiali di cemento sono aumentati nel 2016 dell’1,7 per cento raggiungendo il livello di 3,97 miliardi di tonnellate, 66 milioni in piu? rispetto al 2015. Nel 2016 la produzione di cemento in Italia e? stata di 19,3 milioni di tonnellate con una diminuzione del 7,2 per cento rispetto al 2015. Non si è trattato di un anno storto. Sono 10 anni che i consumi di cemento calano, da 47 milioni di tonnellate si è arrivati a meno di 20 milioni.

Con questo calo di consumi cosa è successo all'industria italiana del cemento ?

C'è stata una prima concentrazione delle aziende (Heidelberg Cement ha rilavato Italcementi, Cementir ha rilevato Sacci, Buzzi ha rilevato Zillo) ma soprattutto si sono chiusi impianti e si è persa forza lavoro. Solo nel corso del 2016 e? stata operata l’interruzione dell’attivita? di quattro impianti a ciclo completo e di due officine di macinazione. Parallelamente e? continuata l’opera di concentrazione dei volumi di produzione negli impianti piu? efficienti escludendo quelli con performance insoddisfacenti. Grazie a questi interventi la capacita? produttiva, espressa in tonnellate di cemento, nel 2016, e? stata di circa 33 milioni di tonnellate e il tasso di utilizzo dei forni da cemento si e? attestato sul 59 per cento, in linea con il valore dell’anno precedente. In miglioramento risulta la capacita? produttiva utilizzata negli impianti del Nord e del Sud, in peggioramento quella del Centro. Nel 2016 risultano operanti in Italia 24 aziende produttrici di cemento, una in meno rispetto all’anno precedente.

Solo negli ultimi 4 anni si è passato da 79 a 62 impianti aperti.

E i fatturati ? e i margini ?

Guardiamo i dati di Buzzi Unicem, che essendo quotata in Borsa ha in rete tutti i dati di interesse nell'Area dell'Investor Relation. Nel 2016 il grande gruppo italiano a guadagnato all'estero (MOL +550 milioni), mentre in Italia il Margine Operatito Lordo è stato negativo di 22 milioni di euro. Nel 2015 meno 37,2 milioni di euro (totale + 473 milioni), nel 2014 meno 18,7 milioni di euro (totale + 424 milioni), nel 2013 meno 31,3 milioni (totale + 403 milioni), nel 2012 meno 18,7 milioni (totale + 455 milioni).

Abbiamo un'azienda che nel mondo in 5 anni ha fatto un MOL di oltre 2 miliardi e 400 milioni, e in Italia ha lasciato 130 milioni di euro, per chi ha una buona memoria stiamo parlando di oltre 250 miliardi.

E questo Paese che cosa fa per premiare un'azienda che malgrado ormai abbia il core business positivo in altri Stati e Continenti, e malgrado questo continua ad avere 1400 addetti e oltre 25 milioni di investimenti solo nel 2016 e ha comprato un'altra azienda italiana ? la multa con circa 60 milioni di euro. Mah !

Certo, la motivazione fa notizia: aveva fatto per questi 5 anni un cartello con gli altri cementieri ... ed è per questo che ha perso 130 milioni di euro e continua ad avere una capacità produttiva nettamente superiore a quella che è la reale richiesta del mercato. Mah ...

Forse è perchè ho studiato ingegneria e non economia, e quindi non capisco il perchè di queste situazioni, di queste azioni delle nostre autority.

Mi viene però da fare una domanda, che giro al Ministro Carlo Calenda: e se la Buzzi invece di rimettere soldi decidesse di chiudere tutta la produzione e concentrarsi sull'estero ? il cemento non si sostituisce come materiale da costruzione, in tutto il mondo i principali grattacieli, ponti, strade, edifici ... si costruiscono in cemento armato. Se Buzzi chiudesse e si contentrasse all'estero, se Cementir facesse la stessa cosa, se Colacem facemme come Italcementi e cedesse a una multinazionale straniera monetizzando il valore enorme in termini di impianti e cave che ha, se Heidelberg decidesse di lasciare questo Paese ... noi saremmo costretti a comprare cemento solo in Francia, in Germania, in Slovenia ... in altri Paesi e diventare da quinta potenza del mondo nel settore del cemento a schiavo commerciale degli altri stati. E allora sì che i prezzi cresceranno, perchè il prezzo medio del cemento in Italia nel 2015 era inferiore ai 60 euro la tonnellata, la media europea è pari a 73 euro, in Francia 110 euro, in Austria 78.

Ma come si fa a parlare di cartello con una differenza di prezzo di quasi il 100% rispetto alla vicina Francia ?

Il Presidente di Federbeton, Sergio Crippa, durante la recente audizione presso la Commissione Attività Produttive della Camera (18 luglio 2017) aveva denunciato questo pericolo, di un settore che ha perso negli ultimi 10 anni oltre 2 miliardi di fatturato e che rischia quindi il default (VEDI VIDEO).

Credo che sia importante che chi governa questo Paese faccia davvero una riflessione a tutto tondo.