Calcestruzzo Armato | CTE-AICAP
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Consolidamento del Calcestruzzo Armato e Murature: Progetto di riqualificazione dell’Ex Mattatoio di Roma

Articolo dedicato al tema del Consolidamento del Calcestruzzo Armato e Murature

L’intervento di riqualificazione descritto in questo articolo è stato realizzato fra il 2011 e il 2013 si inserisce all’interno del sistema di trasformazione dell’Ex Mattatoio di Roma, dismesso nel 1975, ed aperto a nuove funzioni ed attività dedicate alla cultura ed alle arti. In particolare questo intervento ha interessato tre dei padiglioni esistenti denominati 2b, 4 e 8 oggi dedicati ad aule e laboratori per la Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre.

Di particolare interesse sono i padiglioni 2B e 8, realizzati con struttura in muratura portante ad un solo piano e copertura a falde sorrette da capriate che coprono l’intera luce. Le coperture sono in c.a. nel caso del padiglione 2B ed in acciaio con capriate tipo “Polonceau” nel caso del padiglione 8.

L’intervento di consolidamento ha riguardato l’intera struttura portante dei padiglioni, sono state utilizzate tecniche tradizionali utilizzando il c.a. come materiale principale. In particolare, nel padiglione 8 l’aula magna ad uso della Facoltà di Architettura, l’intervento è stato eseguito interamente in cemento armato gettato in opera, con il quale è stato possibile realizzare la gradinata, che in parte sostenuta da setti che spiccano da una nuova fondazione a platea ed in parte in aggetto.

L’impiego del c.a. gettato in opera ha trovato convenienza nel limitare al minimo la movimentazione di elementi di grandi dimesioni all’interno di un’area, che durante i lavori è rimasta in uso alla stessa Facoltà di Architettura e che non ha visto nessuna interruzione della normale attività didattica.

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Recupero e la rifunzionalizzazione dei padiglioni denominati 2B, 4 e 8 

L’intervento ha interessato la riqualificazione dell’Ex Mattatoio in Roma, ed in particolare il recupero e la rifunzionalizzazione dei padiglioni denominati 2B, 4 e 8 da adibire a nuove aule e laboratori per la Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre.

Gli edifici sono stati concessi all' Università degli Studi di Roma Tre dal Comune di Roma e, l’Accordo di Programma unitamente al Piano di Utilizzazione redatto dall’Amministrazione, hanno stabilito le regole e le modalità dell’intervento.

Il progetto ha previsto la conservazione dell'attuale impianto e gli interventi fatti sono stati essenzialmente volti al restauro e al recupero di quanto resta del progetto originario del 1888 dell’architetto Gioacchino Ersoch.

Le facciate e gli elementi decorativi sono stati re-staurati filologicamente secondo il progetto originale, in particolare la demolizione del padiglione 23 ha permesso il ripristino del prospetto originale dell'intero complesso verso l'esterno ed ha consentito il collegamento pedonale tra via Manuzio e piazza Giustiniani.

Nel quadro complessivo del recupero del complesso monumentale dell'Ex-Mattatoio di Testaccio il progetto si è posto i seguenti obiettivi:

  • recuperare quanto più possibile l'aspetto originario dei padiglioni così come concepito dall'arch. Gioacchino Ersoch, mantenendo l'unitarietà dell'intero complesso;
  • rendere evidenti le tracce lasciate dalle trasformazioni che i padiglioni hanno subito nel corso dei suoi centoventi anni di vita, legate alle mutate esigenze di funzionamento come Mattatoio di Roma;
  • conciliare le esigenze di funzionalità della nuova Facoltà di Architettura con la leggibilità di un manufatto di archeologia industriale di importanza primaria.

 

2 Mattatoio Roma: DESCRIZIONI DEGLI INTERVENTI 

Di interesse di questo articolo sono gli interventi eseguiti nei Padiglioni 2B e 8.

Padiglione 2B

Si è proceduto ad un intervento volto alla conser-vazione dell'attuale impianto ad ambiente unico, con l'inserimento soltanto di divisori leggeri e prevalentemente trasparenti. Conseguentemente gli interventi strutturali hanno riguardato soltanto le parti di edificio esistente e sono stati essenzialmente volti al re-stauro e al recupero dell’esistente.

L’edificio ha una struttura in muratura ad un piano su fondazioni anch’esse in muratura. La copertura ha struttura principale realizzata con doppie capriate in c.a. di luce 12 m circa ad interasse di 8.50 m circa e struttura secondaria in profili di acciaio.

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Lo stato di conservazione delle capriate in c.a. è caratterizzato dalla presenza di fessurazioni localizzate soprattutto nei nodi e dalla presenza di un evidente stato di deterioramento all’estradosso delle stesse. Le armature presentano importanti fenomeni di ossidazione. Anche l’orditura secondaria e terziaria, realizzata attraverso profili metallici è risultata in avanzato stato di ossidazione per le quali ne è stata prevista la totale sostituzione.

La campagna di prove di laboratorio sul c.a e sull'acciaio delle strutture della copertura ha fornito risultati con valori massimi di resistenza a compressione di 15.4-18.4 MPa (vedi tab. 1) per il c.a.

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I valori di snervamento e di rottura dell’acciaio da c.a. sono risultati rispettivamente di 300-320 MPa e di 370-400 MPa (vedi tab.)

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Considerata l’epoca di costruzione e le caratteristiche meccaniche dei materiali comunemente usati in quegli anni, si può presumere che il materiale abbia conservato inalterate le caratteristiche meccaniche originarie.

Per eseguire l’analisi strutturale, l’edificio è stato modellato conformemente alle caratteristiche delle strutture stesse, con elementi finiti tipo Shell e tipo Frame. Si è scelto di utilizzare per le murature un legame costitutivo non lineare e proceduto quindi ad un’analisi di tipo statico non lineare. L’analisi di vulnerabilità sismica è stata eseguita mediante push-over. Sulla base dei risultati ottenuti, si è scelto il tipo di intervento di consolidamento da applicare alle murature.

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La struttura di copertura è stata invece analizzata separatamente rispetto al modello generale. Per le sollecitazioni esterne si è fatto riferimento a carichi di progetto conformi alla NTC2008, sulla base dei quali si è provveduto alla messa a punto dei necessari inter-venti, tra cui: ricostruzione dei copriferri con malta tipo Emaco Tixotropica R90, messa in opera di un doppio tirante in Acciaio S355 Diametro 35mm per ogni coppia di capriate, integrazione delle catene esistenti in c.a.

Si riportano di seguito l’andamento delle caratteristiche delle sollecitazioni della trave reticolare di copertura sollecitata dai carichi di progetto previsti nella NTC 2008. Dall’analisi condotta, come si può vedere di seguito, risultano adeguatamente dimensionati tutti gli elementi a meno della catena inferiore, la quale è stata integrata con un nuovo tirante metallico in acciaio S355 del diametro di 35mm.

Per le caratteristiche meccaniche dei materiali si è fatto riferimento a quanto emerso dalle indagini di la-boratorio effettuate direttamente sulla struttura della capriata.

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