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VIII Congresso Nazionale Architetti: subito un Piano d'Azione Nazionale per le città sostenibili

Il video servizio generale di INGENIO al VIII Congresso nazionale CNAPPC “Abitare il Paese, Città e Territori del Futuro Prossimo”.

Trasformare le periferie, rivedere le strumentazioni urbanistiche, riformulare i concorsi di progettazione, riconoscere le competenze professionali, educare alla cultura architettonica, dotare il Paese di una Legge organica sull’architettura, realizzare un Piano di Azione nazionale per le città sostenibili.

Sono queste le azioni strategiche contenute nella relazione di apertura del Presidente CNAPPC, Giuseppe Cappochin, al VIII Congresso nazionale “Abitare il Paese, Città e Territori del Futuro Prossimo”.

Al termine del Congresso svoltosi a Roma, i 3.000 delegati presenti hanno approvato un Manifesto frutto del tour italiano in 14 tappe che nei mesi scorsi ha dato voce ai cittadini, ai professionisti e alle istituzioni.

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L’architettura è identitaria per il nostro Paese e deve essere riconosciuta nell’interesse pubblico” questo è quanto affermato da Alessandra Ferrari, consigliere CNAPPC - Dip. Promozione della Cultura Architettonica e della Figura dell’Architetto, riguardo la proposta di Legge sull'Architettura. “Nella maggior parte dei paesi europei è presente una politica per l’architettura e una Legge ad essa dedicata. E' necessario che anche l’Italia si doti di un disegno normativo in materia”. Alessandra Ferrari, nella sua intervista, ha fatto leva sul fatto che “Non può esistere una Legge sull’Architettura senza una cultura sull’architettura e dell’ambiente costruito”. La consigliera del CNAPPC ha poi evidenziato quanto sia importante mettere in atto delle politiche di educazione, attraverso la diffusione della cultura architettonica già a partire dalle scuole primarie, e delle politiche di azione che possano offrire “l’approvvigionamento corretto del progetto migliore per la nostra collettività”. L'approvvigionamento del progetto migliore deve avvenire attraverso una riformulazione dei concorsi progettuali. I concorsi devono essere elaborati secondo una procedura concorsuale corretta per il progetto.E' necessario prestare attenzione all'innovazione tecnologica in generale, con particolare riguardo al processo di produzione attraverso i sistemi informatizzati di progettazione. “La Legge sull’Architettura non è una rivendicazione di categoria ma è una rivendicazione di tutta la collettività” ha poi concluso Alessandra Ferrari. 

Progettare le città del futuro significa avere i piedi ben piantati nell’odierno e soprattutto ricordarsi del passato. Progettare una città significa conoscere il tempo che occorre per farla e la vita delle persone che la abitano” il commento di Stefano Candiani, Sottosegretario di Stato all’interno.

Pensando alle città del domani il Consigliere CNAPPC, Dip. Politiche Urbane e Territoriali, Diego Zoppi afferma che “è necessario un meccanismo che cambi la gestione delle città e dei territori – Zoppi ha proseguito sostenendo che in Italia – esiste un problema di disconnessione tra i vari interventi sulle nostre città ed occorre una regia unica che metta a sistema tutto ciò che si è in grado di produrre”. Il Consigliere, riguardo agli attuali strumenti di governo del territorio, ha affermato che “Occorre rivedere la cassetta degli strumenti”. 

In merito alla riformulazione dei concorsi di progettazione Ezio Miceli, Professore dell’Università IUAV di Venezia ha evidenziato che “i concorsi devo fare emergere i meriti dei professionisti, probabilmente al netto del fatturato e della dimensione dello studio – Miceli ha proseguito sostenendo che – i concorsi devono essere pensati per far emergere le tante idee dei territori e degli spazi che danno qualità alle nostre città e ai nostri territori”.

Quale è la peculiarità del patrimonio architettonico italiano e quali competenze deve avere maturare il professionista per gestirlo al meglio? “La peculiarità del patrimonio architettonico italiano è la diversità – spiega Saverio Mecca, presidente Conferenza Universitaria Italiana di Architettura – la gestione del patrimonio architettonico richiede un professionista che abbia coltivato il tema della diversità nella sua formazione”.

Riguardo al potenziale che la provincia italiana può offrire dal punto di vista architettonico, Luca Molinari, professore Università Vanvitelli di Napoli, ha commentato “La provincia italiana non è più una questione di luoghi comuni ma è un laboratorio attivo di trasformazione del presente che, rispetto l’architettura, ha un potenziale enorme perché è la realtà che più riesce ad assorbire i giovani progettisti a lavorare su temi vivi che vede una vicinanza importante tra comunità, amministrazione e autori e credo anche una disponibilità ad investire sul futuro completamente diversa”.

Il Vicepresidente aggiunto CNAPPC, Dip. Agenda urbana e politiche europee, Lidia Cannarella ha ribadito ai nostri microfoni che per lo sviluppo sostenibile delle città “il patrimonio culturale e la qualità dell’architettura contemporanea devono trovare una nuova sintesi rispetto agli obiettivi di sostenibilità […] una giusta integrazione tra la contemporaneità dell’architettura e del costruito con il centro storico, evitando atteggiamenti troppo conservativi o eccessivamente innovativi - Lidia Cannarella ha concluso l'intervista sottolineando che - La dimensione umana deve essere al centro della progettazione”.

Come intervenire sulle nostre periferie? Il direttore Generale del Dgaap (MIBACT), Federica Galloni, ha evidenziato come "Si deve considerare la cultura come la leva strategica di sviluppo e di riqualificazione dei territori che ne hanno più necessità”. “In Italia abbiamo casi in cui i centri storici sono delle periferie". Federica Galloni ha identificato con il termine periferie "tutti quei luoghi in cui i servizi sono assenti”. Il MIBACT, ci spiega la direttrice, ha iniziato la sua ricerca sulle periferie con l’Atlante delle periferie italiane; una ricerca che ha preso in esame 10 aree metropolitane su 14 e le ha indagate utilizzando dei parametri non convenzionali. La ricerca del MIBACT ha tenuto conto “della lontananza e della rarefazione” dei servizi nelle aree considerate. In riferimento alla ricerca sulle periferie fatta dal MIBACT, Federica Galloni ha poi sottolineato come l'Atlante sia “uno strumento utile nel fornire un indirizzo su dove c’è necessità più urgente di intervento - ha poi concluso evidenziando - Su questa base il MIBACT ha emanato una serie di bandi specifici tesi al coinvolgimento delle comunità locali attraverso le associazioni”.

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