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Home Cognitive Home: la International Summer School di UniBs

Il prof. Ciribini illustra cosa è emerso nel corso dell'International Summer School organizzata da UniBS svoltasi dal 3 al 8 settembre, dal titolo Contemporary Identities. Interweaving spaces and relations in the design of living services

La International Summer School che si è tenuta a Brescia presso il Palazzo Calini dal 3 all’8 Settembre 2018 - Clicca QUI per leggere il «manifesto» - è stata organizzata dall’Ateneo Bresciano in collaborazione con TU Wien e University of Huddersfield, sotto l’egida del Comune di Brescia e il supporto di alcuni partner industriali (Ambiens VR, eFM, Italmesh, Marlegno, Team System).

Alla School erano previsti interventi del CCLM, di Lombardini 22, Nomisma, Wienerberger, a cui si è aggiunta la design review da parte di Giovanni Corbellini (Politecnico di Torino), che hanno contribuito in maniera significativa al risultato finale ottenuto dai sei gruppi di studenti austriaci, britannici e italiani.

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La sfida sottesa all’iniziativa, dal titolo Contemporary Identities. Interweaving spaces and relations in the design of living services, era quella di partire da sei differenti e sfidanti location (da un piano, perciò, territoriale, connotato geo-spazialmente), sei diversi plot comportamentali di modelli abitativi «temporanei ed evolutivi» (relativi allo User Centrism), una soluzione di carattere Off Site (Nidoom: allestito fisicamente in Piazza Rovetta), da sviluppare attraverso il connubio tra approcci analogici (lo schizzo manuale), metodologie computazionali (la BIM Library del modulo prefabbricato di riferimento e i device di Energy Modeling) e strumenti immersivi (in cui in tempo reale era possibile riversare il modello informativo in una dialettica colle revisioni analogiche dei tutor).

Gli esiti dei Project Work della International Summer School di UniBS

Ciò che è emerso dalla Summer School è una concezione inedita per il contesto italiano, in cui, avendo sullo sfondo alcuni principali progetti di ricerca che si stanno conducendo pionieristicamente all’Università degli Studi di Brescia in materia di architettura tecnica e di produzione edilizia (Cognitive Building, Smart Construction Object, Computational Configuration Platform, Immersive Reality, Inclusive Design), si sono interrogati a fondo temi provocatori quali la dimensione dinamica e temporanea dell’abitare resiliente sotto il profilo della tecnica e del diritto urbanistico, l’user centrism e l’interactive design come elementi connotanti la composizione e la progettazione architettonica.

Gli esiti dei project work hanno chiaramente confermato che ci si trova alla vigilia di un profondo cambiamento di paradigma, teso a progettare digitalmente (nel senso pieno del termine che copre lo spettro che intercorre tra la Gamification e la Immersiveness), su basi industriali avanzate, beni e prodotti immobiliari con una forte connotazione immateriale legata ai Behavioural Pattern e al Design Service.
L’obiettivo concreto (non a caso, Aditazz, Bryden Wood, WeWork e Katerra sono stati menzionati più volte), infatti, non è solo quello di assicurare una unicità spaziale e formale alle architetture residenziali col supporto di soluzioni manifatturiere versatili finalizzate al ciclo di vita dei cespiti (dal DfMA alla Mass Customization), bensì, soprattutto, di offrire Living Service, servizi al ciclo delle vite, ad elevato valore aggiunto tramite i bricks and mortar(qui un sistema costruttivo prefabbricato in legno integrato da soluzioni di interior design): di definire la struttura dei dati che possa riflettere l'architettura dei servizi.

È il nuovo Settore dell’Ambiente Costruito che interroga radicalmente la cultura architettonica e il mondo imprenditoriale in un ambito, quello della Lombardia Orientale, che non ama coltivare progetti di ricerca sterili, fini a se stessi, sorti in maniera autoreferenziale entro futili logiche di concorrenzialità accademica che ignorano le attitudini collaborative, bensì intende agire a contatto e a favore di uno straordinario e internazionalizzato tessuto produttivo all’interno del più complesso laboratorio sociale italiano.

Ecco perché nella Jury, che ha visto l’importante presenza del Rettore dell’Ateneo Bresciano, figuravano esponenti del Politecnico di Milano (Dastu e Meccanica), dell’Università degli Studi di Bergamo, della Guangdong University, dell’Urban Center del Comune di Brescia, di eFM, Italmesh e Marlegno.

Una volta ancora, l’Università degli Studi di Brescia si pone come uno dei principali centri di competenza nazionali sulla trasformazione digitale del Settore delle Costruzioni.