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Regione Calabria si opporrà a impugnativa CdM su legge “sismica” n. 37/2018

La Regione Calabria si opporrà all’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri della legge regionale n. 37/2018, perché la ritiene il risultato di un errore di valutazione che può avere gravi conseguenze per la Regione.

La Legge Regionale n. 37/2018: semplifica per le varianti non strutturali

La legge aveva la finalità di semplificare e velocizzare le procedure tecnico-amministrative per l’autorizzazione sismica salvaguardando il rigore delle verifiche in termini di sicurezza. La legge infatti andava a modificare la legge regionale 31 dicembre 2015, n. 37. (BURC n. 99 del 3 ottobre 2018)

Attualmente la complessità della materia genera spesso ritardi, aggravando le difficoltà dei privati cittadini, ma anche degli enti locali impegnati a realizzare opere pubbliche. La norma è il risultato di un intenso lavoro svolto dalla Regione in collaborazione con i Rappresentanti degli Ordini Professionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi della Calabria nonché di ANCE Calabria, tutti in qualità di componenti di un Tavolo Tecnico istituito dal Dipartimento Lavori Pubblici.

Si ricorda che nella Legge Regionale era riportato nell'Art. 5 con le Modifiche all'articolo 4 della l.r. 37/2015:

"1. L'articolo 4 della l.r. 37/2015 è cosi modificato:           

a) nel comma 2, le parole “Ogni modificazione strutturale, planimetrica e architettonica” sono sostituite dalle seguenti: “Salvo quanto previsto al comma 2 bis, ogni modifica strutturale”;

b) dopo il comma 2 è inserito il seguente:

“2 bis. Le varianti che non comportano modifiche strutturali significative sono definite

e disciplinate nel regolamento di cui al comma 2.”;

c) nel comma 6, dopo la parola “o” sono inserite le seguenti: “gli estremi”."

Questo lavoro è messo in discussione dalla decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge.

L’impugnativa è basata sulle osservazioni dell’Ufficio Legislativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che riguardano le “varianti che non comportano modifiche strutturali significative”. Tali osservazioni sono state accolte dalla Regione.

Tuttavia l’Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha sollevato ulteriori rilievi, sostenendo la necessità di sottoporre ad autorizzazione anche le varianti relative a elementi non strutturali e impianti. In sostanza ciò imporrebbe di sottoporre a verifica anche quegli elementi che certamente non influenzano la stabilità della struttura e non aumentano quindi il rischio per chi la occupa.

SEMPLIFICAZIONE CONTRO BUROCRAZIA

Per la regione Calabria tale proposta non può essere accolta.

Comporterebbe, infatti, un abnorme appesantimento del procedimento amministrativo; imponendo controlli non previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni nazionali. E senza alcun effetto positivo sulla sicurezza delle strutture.

A titolo di esempio l’ufficio tecnico regionale, la cui competenza riguarda la sicurezza degli edifici da un punto di vista sismico, dovrebbe controllare anche gli impianti elettrici o similari; duplicando i controlli che effettuano gli uffici preposti.

La Regione Calabria fa anche osservare che altre Regioni hanno approvato leggi simili. In nessun caso è stata proposta una modifica simile a quella richiesta, oggi, alla Regione Calabria. Nemmeno nel caso di regioni, come l’Abruzzo, che hanno approvato la norma dopo essere state colpite da terremoti con drammatiche conseguenze. Anche l’Abruzzo, esclude dal controllo “la progettazione degli elementi non strutturali e degli impianti, salvo le eventuali interazioni con le strutture, di cui comunque la progettazione tiene conto”.

Nonostante la Regione abbia manifestato queste problematiche al Ministro alle Infrastrutture, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge nella seduta del 28 Novembre 2018.

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