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Obbligo del BIM: a quali appalti si applica e il valore delle norme UNI 11337

Intervista al Provveditore Baratono sull'applicazione del DM 560/17

Dal primo gennaio il cosiddetto Decreto BIM, ovvero il DM 560/17, entra nel vivo della sua applicazione. Parte infatti l'applicazione per le opere pubbliche sopra la soglia dei 100 milioni di euro. Ovviamente si tratta ancora di una soglia alta, che comprende per esempio anche il Ponte sul Polcevera, ma è il primo passo verso una digitalizzazione degli appalti pubblici che pian piano riguarderà praticamente tutte le costruzioni. Per saperne di più, in particolare su cosa cambia e cosa sia stato fatto per prepararsi a questo "evento" abbiamo intervistato con INGENIO il provveditore della Lombardia ed Emilia Romagna, l'ing. Pietro Baratono, che ha coordinato e presieduto la commissione che ha predisposto il testo del Decreto.

Obbligo del BIM: a quali appalti si applica

Andrea Dari

Caro Pietro, dal 1 gennaio il BIM entra grazie al “tuo” decreto negli appalti pubblici, in quanto tutte le opere sopra i 100 milioni dovranno essere appaltate e realizzate in BIM. Questa scadenza cosa significa, riguarda anche i cantieri già assegnati ?

Pietro Baratono e applicazione del BIM negli appalti pubbliciPietro Baratono

L'art.9 del DM 560/17 stabilisce chiaramente che il DM si applica ad opere la cui progettazione sia stata "attivata" successivamente alla data della sua entrata in vigore, ovvero alla data del gennaio 2018. Le stazioni appaltanti potranno utilizzare facoltativamente i metodi e gli strumenti elettronici specifici anche alle varianti riguardanti progetti di opere relativi a bandi di gara pubblicati prima dell’entrata in vigore del decreto.  Volendo quindi esemplificare, se la progettazione di un'opera complessa sopra la soglia dei 100 M€ ed è stata attivata successivamente al gennaio 2018, è fatto obbligo alla S.A. seguire le disposizioni del decreto.

Le sperimentazioni di applicazione del BIM negli Appalti Pubblici   

Andrea Dari: Il provveditorato della Lombardia ed Emilia Romagna è stato il primo a partire con delle sperimentazioni. Ne sono state fatte altre a livello del suo provveditorato e in ambito nazionale ?

Pietro Baratono

Certo, al momento per quanto riguarda i lavori abbiamo appaltato con il "BIM" soltanto il Ponte della Navetta, mentre appalti di servizi di progettazione dove veniva richiesta la progettazione digitale sono stati numerosi:

  • Certosa di Pavia: progettazione (1.5 M€)
  • Lavori di restauro e recupero funzionale del complesso scolastico Villa Strozzi (MN): progettazione (12 M€)
  • Lavori di riqualificazione, ai fini del risparmio energetico della sede del Comando Provinciale Vigili del Fuoco (BO): progettazione
  • Caserma Montello sede della Cittadella della Polizia (MI): Progettazione (130 M€)
  • Ristrutturazione nuova sede di Milano di ARERA: progettazione (12 M€)

Entro quest’anno pertanto tutti questi progetti si dovrebbero tradurre in altrettanti appalti di lavori con metodi e strumenti digitali.

Applicazione del BIM: il supporto alle Stazioni Appaltanti

Andrea Dari: Dalla pubblicazione del DM ad oggi in che modo la PA si è preparata per gestire in BIM i nuovi appalti ?

Pietro Baratono 

Certamente le SA (Stazioni Appaltanti) più note e strutturate, come Italferr ed Anas, si sono preparate con adeguati piani formativi, elaborando delle BIM Guides ed acquisendo tutti gli strumenti digitali necessari. Oltre al mio Provveditorato, non so quali SA si siano organizzate, anche perché non è stata istituita ancora la cd. “Commissione di Monitoraggio” prevista all’art.8 del decreto, con il compito, tra l’altro, di fare il punto della situazione a livello nazionale.

Andrea Dari: Sono stati messi a disposizione anche dei documenti di supporto per la PA ? 

Pietro Baratono 

Da parte del MIT no, tuttavia possono essere considerati documenti di supporto le norme volontarie UNI della serie 11337, oltre la recente ISO 19650-1-2.

Norme 11337 e BIM negli appalti pubblici

Andrea Dari: Nel DM le norme UNI della serie 11337 non sono richiamate. Sono comunque un supporto utile per l’attività della stazione appaltante ?

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Pietro Baratono 

Le norme consensuali della serie UNI 11337 sono fondamentali;  a mio parere il richiamo volontario nel decreto ad una norma, pur evolutiva, avrebbe rappresentato un utile strumento di razionalizzazione e chiarezza innanzitutto per le Stazioni Appaltanti ed in secondo luogo per le Imprese ed i Professionisti. Per questi ultimi soggetti, avere un quadro di riferimento unitario a livello nazionale contenuto in un Decreto, avrebbe potuto rappresentare indubbiamente un significativo risparmio economico in fase di offerta. Per le Stazioni Appaltanti, un riferimento utile per evitare la confusione sul mercato.

Come noto, peraltro, il regolamento europeo 1025/2012 stabilisce un chiaro livello di gerarchia tra le norme nazionali, europee ed internazionali, e l’UNI non può che attenersi a tale regolamento, modificando le proprie specifiche tecniche in presenza di una norma europea approvata dal CEN.

Le norme assicurano qualità, creano trasparenza e proteggono i consumatori e l’ambiente, ed il successo delle norme europee citate in tutte le regole tecniche nazionali è un esempio dei grandi benefici della cooperazione fra gli organismi di normazione.

La trasformazione digitale non può esimere gli Stati Membri  ad attenersi ai principi collaudati e garantiti che si  basano su una normativa fondata sul consenso supportato da tutti i soggetti della filiera, ed in tal senso si è espressa anche la Commissione Europea.

L’accesso alla normazione deve essere basato su principi volontari e aperti garantiti da un equilibrio tra i diversi interessi economici, e per tale ragione UNI opera sotto il coordinamento del Ministero dello Sviluppo Economico e tutti i Ministeri interessati hanno diritto ad essere parte con loro rappresentanti della governance dell’Ente.

Sottolineo inoltre come sia ormai consuetudine sempre più consolidata che la legislazione cogente preveda un rimando alla normativa UNI, in piena sintonia con lo spirito delineato con il Regolamento europeo 1025/2012.

A evidenza di ciò, vi sono numerosi casi di disposizioni legislative e regolamentari, di varia natura, in cui tale principio trova diffusa attuazione, attraverso il richiamo diretto alle norme UNI ("...devono essere conformi alle norme...") o indiretto ("I progetti elaborati in conformità .. alle norme dell'UNI .. si considerano redatti secondo la regola dell'arte") ovvero introducendo il concetto di premialità. Non a caso, le Norme Tecniche per le Costruzioni, laddove non si riferiscono direttamente alle norme armonizzate cogenti sui prodotti strutturali, citano oltre 20 volte la dizione “si può far utile riferimento alla norma UNI...” in una situazione assolutamente identica a quella del Decreto 560/17.

Il BIM a livello Europeo  

Andrea Dari: A livello europeo cosa si sta facendo sul tema della digitalizzazione degli AAPP ?

Pietro Baratono 

La Commissione Europea da oltre un anno e mezzo ha deciso di supportare l’attività dell’ EU BIM Task Group, che ha dato luogo per esempio alla pubblicazione del European BIM Handbook.  Il Manuale è stato prodotto dal gruppo di lavoro dell'Unione Europea sul BIM, che raccoglie l'esperienza collettiva di responsabili delle politiche pubbliche, di proprietari di immobili pubblici e di gestori di infrastrutture provenienti da oltre venti Paesi europei con l'obiettivo di formulare raccomandazioni in merito all’introduzione del BIM nelle politiche pubbliche. Lo scopo manuale consiste pertanto nel far comprendere i benefici potenziali della digitalizzazione degli appalti pubblici, promuovendone un'introduzione su ampia scala da parte del settore pubblico europeo. Tale introduzione genererà chiarezza e ripetibilità in tutta Europa, riducendo le divergenze, i fraintendimenti e gli sprechi. Ciò dovrebbe accelerare la crescita ed incoraggiare la competitività del settore delle costruzioni, in particolare nel contesto delle sue PMI. 

Parte l’Albo Nazionale dei Commissari di Gara: utile ?

Andrea Dari: Dal 15 gennaio parte anche la novità dell’Albo Nazionale dei Commissari di Gara. Sarà uno strumento utile per qualificare gli appalti Pubblici ?

Pietro Baratono  

Vedremo quale sarà l’esito, sicuramente una cosa teoricamente positiva a patto che nei casi in cui ci siano opere complesse ed assoggettate al DM 560/17 si trovino Commissari in grado di valutare opere progettate con metodi e strumenti digitali. Probabilmente, almeno all’inizio, prevedo qualche difficoltà come sempre accade con le novità legislative in un mondo tipicamente conservativo quale è il settore delle costruzioni.


Con INGENIO avevamo intervistato il Provveditore Baratono con una video intervista nel mese di novembre dell'anno di pubblicazione del DM 560/17. Ecco il LINK al video integrale.

Sempre sull'applicazione del DM 560/17 nei giorni scorsi avevamo pubblicato l'articolo del Prof. Angelo Ciribini "1 gennaio 2019: il BIM è obbligatorio (in alcuni) appalti pubblici, siamo pronti? le riflessioni di Ciribini"

Sul tema della serie di norme UNI 11337 abbiamo pubblicato alcuni approfondimenti. Tra questi ricordiamo: