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Applicazione Norme Tecniche 2018: da Torino alcuni chiarimenti e informazioni

Un chiarimento a Torino sugli aspetti salienti

A Torino con un convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri e dal Politecnico per approfondire i temi della normativa dal titolo:

LA CIRCOLARE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEI LL.PP. del 2019: ISTRUZIONI PER L’APPLICAZIONE DELLE NORME TECNICHE DELLE COSTRUZIONI

Di questo evento daremo un aggiornamento in diretta in questo articolo riprendendo i contenuti più significativi

L’evento è stato aperto dal Rettore del Politecnico di Torino, il prof. Guido Saracco, che ricordato che proprio la prestigiosa istituzione universitaria ha avuto l’onore di laureare la prima ingegnere donna in Italia. Ricordando poi le collaborazioni che il Politecnico di Torino ha nel mondo, che portano a creare strutture di ricerca e formazione nei Paesi in fase di maggiore sviluppo industriale, ha evidenziato quanto sia necessario che il Paese continui ad incentivare la “creazione” di nuovi ingegneri. Senza l’ingegneria Non è pensabile creare un progresso economico e sociale del nostro Paese.

Ha poi preso la parole l’ing. Remo Giulio Vaudano, consigliere del CNI, che ha portato i saluti anche a nome del Presidente Zambrano. HA quindi sottolineato l’importanza dell’evento di oggi per toccare alcuni aspetti delle recente normativa e fornire quindi un supporto ai professionisti nell’applicazione di essa.

Gli Ingegneri si aggiornano per fame di conoscenza, non di crediti formativi

Infine, ha chiuso la sessione dei saluti l’ing. Alessio Toneguzzo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino. Toneguzzo ha ringraziato i relatori e i colleghi che hanno organizzato l’evento. Ha poi sottolineato un aspetto importante: quello della formazione professionale che non è animata dalla “fame di crediti” ma dalla “fame di conoscenza” che caratterizza gli ingegneri. Ed questa caratteristica che contraddistingue la professione che deve fare comprendere al mondo politico quanto sia necessario coinvolgere gli Ingegneri nel governo della Società.

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Dobbiamo proteggere le bellezze del Paese facendo Prevenzione 

Il Presidente del Consiglio Superiore dei LL.PP., il Prof. Donato Carlea, ha preso la parola ricordando come il nostro primo obiettivo debba essere quello di proteggere le innumerevoli bellezze del nostro Paese, e questo lo si può fare solo in un modo, puntando sulla prevenzione.

E Carlea ha sottolineato come per fare prevenzione occorra andare nella direzione di avere “Progetti senza incognite” perchè le incognite sono un disastro.

donato-carlea-03.jpgCarlea ha ricordato come in una recente trasmissione televisiva il giornalista gli abbia chiesto “L’Italia ha costruito negli anni ‘60 impiegando 8 anni, quanti anni oggi ci vorrebbero ? E ho risposto, quell’otto andrebbe moltiplicato per due o forse per tre. E poi ho spiegato il perchè: perchè siamo bravissimi a complicarle le cose semplici.”

E su questo tema Carlea ha evidenziato come sia un procedimento semplice a portare alla trasparenza. Ma noi siamo bravi a creare complicazioni perchè manca nel nostro Paese l’attenzione, nel pubblico, alla meritocrazia. Non sempre chi si occupa delle problematiche del settore ha i titoli e le qualità per farlo. 

Carlea è tornato poi sul tema della prevenzione, ricordando l’importanza del Sisma Bonus, e aprendo una riflessione che non può essere ignorata: spesso la differenza di costi tra il fare le cose bene e il farlo male non è sostanziale, non è grande. Il fare bene le cose dipende quindi dalla competenza di chi viene coinvolto e dalla volontà di fare delle scelte. In questo, Carlea, ha ricordato l’importanza di coinvolgere gli Ordini Professionali. Proseguendo sul tema del fare bene, Carlea ha sottolineato come sia importante dare precedenza all’ingegneria rispetto al tecnicismo. Le norme devono consentire al professionista la flessibilità di scelta progettuale e tecnica, non vincolarne le scelte.

Meno burocrazia amministrativa per velocizzare le costruzioni 

Carlea torna poi sul tema degli “otto anni che diventano 24 anni”. Sono la conseguenza dei meccanismi messi in atto: i ritardi generati dalle difficoltà di ottenere le valutazioni ambientali, di ottenere i pareri generali ... è la cattiva burocrazia che blocca le opere, occorre dare più importanza alla conferenza dei servizi, uno strumento normativo che da anni è consentito ma troppo poco valorizzato. Per Carlea occorre semplificare i meccanismi sia nell’approccio che nelle regole.

SISMA BONUS: occorre anticipare alle Imprese le risorse per fare gli interventi di ristrutturazione

Carlea ha toccato anche un tema di grande attualità: quello di rendere più efficiente il Sisma Bonus, dove il problema principale è quello della gestione dei finanziamenti. Il meccanismo della cessione del credito fino ad oggi non ha prodotto gli effetti desiderati. Occorre arrivare a un meccanismo in cui le imprese che realizzano l’intervento di ristrutturazione possano ottenere un’anticipazione del credito, in modo da avere le risorse per intervenire.

Con il certificato antimafia non abbiamo mai individuato un mafioso

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Carlea ha sottolineato come controlli e legalità non significhi andare verso un eccesso di burocrazia. Di effetto la sua affermazione “in tenti anni non ho mai visto individuare una mafioso grazie al certificato antimafia”. E’ la complessità documentale e burocratica che favorisce la commistione, non la semplificazione.

L’Autostrada del Sole, che oggi non va ricostruita ma manutenuta, è stata realizzata in 8 anni perchè le procedure erano semplici.

Il Progetto prima di tutto, il progetto deve essere perfetto

Perchè per Carlea se il progetto non è perfetto, se il progetto non è senza incognite, si presta a interventi successivi, a cambiamenti di spesa, a dover far intervenire la ragioneria di stato che poi blocca il cantiere: si genera un ciclo non virtuoso, si crea un meccanismo che porta il cantiere a triplicare i suoi tempi. Se il progetto è perfetto non serve l’Offerta economicamente più vantaggiosa.

E il progetto perfetto deve contenere anche il piano di manutenzione dell’opera, che Carlea ha ricordato oggi è un obbligo e non più una facoltà.

Certo un progetto perfetto nasce dal valore della conoscenza tecnica, che non è un costo, ma un investimento, che poi ci si ritrova come risparmio in fase di realizzazione dell’opera.

Un professionista per una gara di aggiudicazione aveva fatto il 94% di ribasso

Carlea ricorda un episodio che è davvero eclatante per comprendere quanto a volte le norme siano sbagliate. Ricorda quando lui come Provveditore delle Opere Pubbliche della Campania, Edoardo Cosenza come assessore ai LLPP della regione Campania, e Armando Zambrano presidente del CNI si occuparono di un caso di ribasso in un appalto di progettazione del 94%. Il professionista, convocato, spiegò che se non prendeva questo appalto, perdeva la soglia per poter partecipare per cinque anni a questo tipo di appalti. Questo fa comprendere come a volte le norme generino dei meccanismi di autodifesa che distruggono non solo la qualità delle opere ma anche delle professioni. Per la cronaca la gara fu annulllata e fu inserito il meccanismo della soglia limite.

Infine Carlea ha ricordato l’importanza del sostegno ai giovani professionisti.

 

La norma tra sicurezza e rischio

giuseppe-ferro-politecnico-torino.jpgIl prof. Giuseppe Andrea Ferro, ordinario di Scienza delle Costruzioni del Politecnico di Torino, ha evidenziato l’importanza dell’esperienza rispetto alma mera conoscenza teorica. Un’affermazione che Ferro riferisce anche al mondo accademico, dove spesso conta più la pubblicazione di articoli riciclati che l’esperienza maturata sul campo.

Ferro è entrato quindi nel merito delle modifiche delle NTC e CIRCOLARE, evidenziando come purtroppo si sia dovuto mantenere un approccio troppo prescrittivo, dovuto alle imposizioni delle norme dello stato, piuttosto che andare nella direzione di un approccio prestazionale.

Quattro sono le fasi del percorso progettuale: concezione, verifica esecuzione e controllo. 

E per Ferro la Concezione nasce da una sintesi creativa, che nasce dalla competenza ed esperienza del singolo progettista, e non dovrebbe essere normata. E l’individuazione delle prestazioni e la loro armonizzazione progettuale, peraltro, appartengono proprio alla concezione. Concezione che deve essere sempre più olistica, anche in considerazione dell’evoluzione digitale delle costruzioni.

La spettacolarizzazione dell’architettura contrasta spesso con i principi di robustezza strutturale

Ferro ha evidenziato come la novità forse più importante delle nuove norme è l’attenzione per la robustezza. Per enfatizzare la Robustezza occorre considerare gli aspetti connessi alla configurazione architettonica e alla disposizione degli elementi resistenti, con un’attenzione all’introduzione delle irregolarità. Occorrerebbe quindi una visione razionalista del progetto, che contrasta con la spettacolarizzazione odierna dell’architettura.

Negli Stati Uniti vi sono raccomandazioni generali di UFC dedicate proprio alla robustezza, in particolare per gli edifici multipiano.

In Italia con le nuove NTC si è puntato fortemente sulla duttilità strutturale, accettando deformazioni plastiche con l’obiettivo di ristribuire la domanda imprevista. Ma il controllo della duttilità è anche fondamentale in tema di vulnerabilità in tema di prospettiva sismica. Su questo argomento Ferro ha ripreso alcuni casi concreti trattati dalle NTC, arrivando ad evidenziare come il comportamento al collasso dei materiali e degli elementi strutturali in caso di terremoto spesso sia dovuto proprio a una insufficiente capacità di duttilità.

Ma Ferro sottolinea come alla duttilità “non si debba mai rinunciare, non solo quando l’azione sismica è dimensionante, bensì sempre ... visto che si vuole ... sempre ... conseguire la robustezza”. Questa esigenza è stata alla base del percorso progettuale considerato nel nuovo capitolo 7, considerando le accortezze in termini di gerarchia delle resistenze tese ad accoppiare le analisi di comportamento fragile e duttile.

Ferro ha ripreso anche il punto dell’importanza delle modello di calcolo e dei metodi di analisi nel percorso progettuale. Le NTC lasciano alla discrezione del professionista la scelta del modello ci calcolo, con alcune prescrizioni minime ineludibili e consentono più di un metodo di analisi, che dovrà armonizzarsi ovviamente con le scelte di modellazione.

Ferro ha toccato anche il problema che nel valutare la risposta duttile si evidenziano i limiti dell’analisi basate sul solo modello elastico lineare o solo sul modello rigido plastico. L’obiettivo e perseguibile con le analisi non lineare, dove però vi purtroppo un problema di adeguata competenza e conoscenza da parte di molti professionisti. E nelle sue considerazione Ferro è entrato anche nel merito del problema della sovracapacità strutturale.

La conoscenza delle nuove costruzioni è analitico-prestazionale, per le costruzioni esistenti è sintetico-consuntiva

E tutte queste considerazioni valgono anche per le costruzioni esistenti, ovvero per il capitolo 8, dove però esistono problemi di ordine maggiore, come la conoscenza del costruito, la mancanza di duttilità, la vetustà di alcuni principi costruttivi e progettuali che ne hanno governato la realizzazione. E di questi aspetti nel capitolo 8 delle NTC 2018 si è tenuto conto, con una importante evoluzione rispetto allo stesso capitolo delle NTC 2008.

 

La valutazione della sicurezza di ponti esistenti in cemento armato e CAP

EDOARDO-COSENZA---INGENIO-002.jpgEdoardo Cosenza, ordinario di Tecnica e Presidente della Commissione Strutture dell’UNI, è intervenuto sul tema dei ponti in CA e CAP, ricordando come in Italia vi sono oltre 60.000 ponti, e gran parte dei ponti sia stato progettato con principi di isostaticità, con travi semplicemente appoggiati, ponti articolati con le selle GERBER, e ponti integrali, ovvero ponti integralmente connessi.

Devo osservare come Cosenza abbia utilizzato nelle sue slide un insieme di esempi di calcolo fatti a penna su foglio bianco, un’emozione per tutti noi che abbiamo assistito. In un mondo in cui tutti parlano di digitalizzazione, BIM, modelli, ... vedere delle analisi di comportamento fatti attraverso delle analisi concettuali richiama l’importanza del ragionamento tecnico strutturale, della tecnica e scienza delle costruzioni, del ruolo di chi sta dietro al progetto.

Cosenza ha evidenziato anche un altro tema importante: come la scelta del tipo di ponte non può nascere solo da una concezione architettonica, ma nasce da un’insieme di fattori, a cominciare dalla olografia dell’area interessata dall’intervento e dalle dimensioni che devono essere raggiunte. Il ponte nasce quindi sempre da una valutazione di tipo ingegneristica, da cui dipendono ovviamente la loro sicurezza.

Quale la sicurezza dei ponti esistenti ? 

Si tratta di un tema complesso, in cui vanno presi in considerazione i concetti di miglioramento e di adeguamento, in cui nelle nuove Norme Tecniche sono stati inseriti anche dei valori di riferimento di ζE. La razio della norma è che si debba arrivare a 1 solo per edifici nuovi.

E paradossalmente Cosenza spiega come una costruzione sia più pericolosa quando è nuova rispetto a quelle esistenti da più anni, che intrinsecamente hanno dimostrato di possedere quei requisiti di robustezza che sono necessari. E mantenendo il paradosso Cosenza ha fatto l’esempio del Pantheon: se un Ingegnere facesse un calcolo sulla stabilità strutturale in caso di Sisma e trovasse che non è sicuro, si troverebbe smentito dalla storia stessa del Pantheon.

Ecco perchè la norma consente l’uso di ϒG più bassi per gli edifici esistenti. Ma per ragionare di questa materia occorre avere le dovute conoscenze sulla situazione reale e dell’indice di affidabilità β.

Difficile fare una cronaca di questa analisi fatta da Cosenza ... chiederemo al Professore di avere un articolo di approfondimento da abbinare a questo articolo. Cercherò di riprendere gli elementi più importanti.

Cosenza ha evidenziato quindi come sia importante abbattere l’indice di incertezza, attraverso la ricerca di tutta la documentazione relativa all’opera, l’effettuazione di prove sperimentali, e di tutti quelli elementi che possano consentire la migliore conoscenza dell’opera. Di fatto. Più si investe in conoscenza e meno si spende in interventi di miglioramento.

Il problema dei coefficienti di Traffico per i ponti esistenti ?

Cosenza ha evidenziato che è er i ponti nuovi i coefficienti introdotti dalle NTC sono molto severi. Se si applicassero questi coefficienti ai ponti esistenti la maggior parte di questi risulterebbero non in regola. E su questo punto la norma, la Circolare al punto 8.3 viene detto che “occorre prendere alcuni provvedimenti, quali ad esempio limitazioni dei carichi consentiti, restrizioni all’uso e/o esecuzione di interventi volti ad aumentare la sicurezza, che consentano l’uso della costruzione con i livelli di sicurezza richiesti dalla NTC”

Quindi per evitare restrizioni eccessive il Prof. Cosenza evidenzia la necessità di dipanare la relazione diabolica tra carichi da NTC per ponti nuovi, codice della strada e criteri di autorizzazione al passa dei mezzi non consentiti automaticamente dal CdS.

Cosenza ha completato la presentazione con una interessante relazione sul tema della durabilità del calcestruzzo e, soprattutto, della corrosione dei trefoli del Cemento Armato PRECOMPRESSO.

 

La Circolare e le opere Geotecniche

Il prof. Sebastiano Foti del Politecnico di Torino è entrato nel merito del capitolo 6. Primo fra tutto ha evidenziato il problema della distinzione concettuale tra le indagini per il modello geologico (definizione unità stratigrafiche) e per il modello geotecnico (definizione dei parametri di modello e analisi), quest’ultima necessaria per poter identificare i parametri geotecnici in funzione dello stato limite e quindi definire il progetto geotecnico di intervento.

Il prof. Foti è quindi entrato nel merito della Capitolo 6. Per evitare una cronaca non corretta chiederemo al Professore una sintesi.

La revisione del DPR 380/2001 verso il “Testo Unico delle Costruzioni”

Il vice Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, l’ing. Giovanni Cardinale, prima di entrare sull’argomento centrale della sua relazione ha evidenziato che esiste un problema di discordanza tra Norme tecniche e Circolare, in particolare su Edifici a Telaio in Cemento Armato, e sui ponti esistenti.

GIOVANNI_CARDINALE_CNI_002.jpgCardinale ha poi parlato del lavoro in atto del DPR 380/2001, che trova alcune sue anticipazione nel decreto Sblocca Cantieri. Tutto questo in un sistema ancora complesso a volte ridondante tra L. 1086/71 e del DPR 380. Con lo Sblocca Cantiere e il nuovo testo si vogliono portare delle semplificazioni che tengano conto anche dell’evoluzione delle NTC.

Cardinale ha sottolineato come con il testo unico si tenda “limitare l’autorizzazione per una sola tipologia di edifici a prescindere del luogo in cui è costruito”. Questa novità già introdottta nello Sblocca Cantieri, che nasce proprio da una proposta del tavolo istituito dal MInistro del MIT nel 2017, e che vede partecipare tutte le figure competenti nelle costruzioni, compreso la Rete delle Professioni Tecniche. La commissione è composta di 3 gruppi, alla RTP è affidato il coordinamento del gruppo 2 che si occupa dei problemi di sicurezza. Questo tavolo si prevede completerà i suoi lavori il 30 di giugno.

Il testo non sarà una revisione del DPR 380, ma un nuovo documento, e per questo si punta a creare un nuovo TESTO UNICO.

Nuovo testo unico costruzioni: quali le novità

Il nuovo testo - a affermato Cardinale - verte su quattro novità: il rapporto Rischio - Sicurezza, le Responsabilità, il Collaudo, l’Anagrafica delle Costruzioni.

Il rapporto Rischio - Sicurezza non è un tema trattato nell’attuale DPR e quindi una novità assoluta per il testo. In questo si parte dai principi espressi dal NTC 2018 e dalla Circolare, nel capitolo 8.3 sulla Valutazione della Sicurezza. Ma il tema del rischio è meno trattato da parte di NTC e Circolare.  Il riferimento della circolare è importante ma non risolve infatti la questione, in particolare per le opere pubbliche. Il Documento in preparazione quindi si pone il problema di intervenire su questa materia, di fatto valorizzando la trattazione del tema del rischio.

Per quanto riguarda la Responsabilità — Cardinale ha sottolineato - come il nuovo Testo Unico si andrà a fare delle precisazioni, perchè l’ingegnere di oggi è un professionista con una iscrizione all’albo, che ha un’assicurazione, e che si trova a che fare con soggetti come le imprese che spesso scompaiono dopo la costruzione dell’opera. Ecco perchè, Cardinale ci ha detto, si vuole andare a limitare questa responsabilità per il professionista, che è l’unico soggetto a trarre in eredità per un tempo indeterminato le responsabilità per l’opera.

Collaudo anche per le opere non strutturali

La novità più importante che conterrà il nuovo documento sul collaudo è che anche le opere non strutturali devono essere soggette a collaudo, e l’azione del collaudatore sarà oggetto anche un elemento di controllo della parte documentale dell’opera.

Infine, Cardinale ha raccontato cosa sarà l’anagrafica delle Costruzioni, che nel passato abbiamo sempre chiamato come Fascicolo del fabbricato. Si arriverà quindi alla carta d’identità di ogni costruzione, grande o modesta che sia. L’evoluzione digitale - anche del catasto - permette oggi di poter pensare a questa innovazione con ottimismo.

Sarà fatta chiarezza anche sulle definizioni, come quella di edificio esistente, che nel passato ha generato tanti problemi di interpretazione.

 

Valutazione sulla sicurezza e interventi sulle costruzioni esistenti

Il prof. Ivo Vanzi, Ordinario di Tecnica delle Costruzioni degli studi di Chieti Pescara, ha sottolineato come le Norme siano scritte da uomini, e quindi risentono del tempo in cui sono scritte: per esempio, quello che oggi intendiamo per costruzioni esistenti, vent’anni fa spesso non erano neppure considerate esistenti e prima ancora neanche strutture. Ecco perchè quando si approfondisce il tema del costruito, occorre sempre una forte attenzione di professionalità quando si va agire su valutazioni così intrise di soggettività come quella della sicurezza.

Vanzi quindi si allinea ai principi già espressi dagli altri relatori, ricordando come sia impossibile poter pensare all’adeguamento come se un edificio esistente dovesse tornare ad essere come nuovo.

Mappa sismica mondialeL’Italia, peraltro, confrontata rispetto ad altri Paesi a rischio sismico si caratterizza per una pericolosità medio bassa, ma il problema nasce dalla qualità del Costruito, purtroppo di livello molto basso. La maggioranza delle strutture sul nostro territorio non sono progettate per il sisma o per azioni sismiche basse. Peraltro nel nostro Paese si tende a ristrutturare gli edifici, anche quelli di basso valore storico, e non come in altri paesi in cui la sostituzione è una delle soluzioni più attuata.

Vanzi ha proseguito con l’analisi sulla pericolosità sismica del nostro territorio, individuando i punti di criticità.

Per quanto riguarda l’impostazione della Sicurezza Ivo Vanzi ha evidenziato che sia rimasta la stessa ed equivale nelle norme nazionali e internazionali: l’obiettivo è quello di rendere il più improbabile possibile il superamento dello stato limite ultimo. La sicurezza obiettivo definita nell’Eurocodice Zero  è alta e viene aumentata se le conseguenze sono gravi, ed è omogenea su territorio. Ma si deve tenere conto dell’aleatorietà di effetti delle azioni e resistenze con i metodi dell’affidabilità strutturale: si sta ragionando su edifici esistenti.

Come si collocano le nostre norme in un confronto internazionale

Vanzi ha fatto un confronto sui coefficienti applicati dalle diverse norme internazionali evidenziando come le nostre norma nazionali ed europee si pongono dal punto di vista di una sicurezza alta.

Vanzi ha fatto qualche esempio anche su opere particolari: strutture ad uso industriale, Dighe, ponti autostradali e grandi impianti.

Per quanto riguarda gli edifici industriali Vanzi ha ripreso quanto accaduto con il terremoto dell’Emilia, riprendendo alcuni collassi di edifici in cui non si era prevista la resistenza all’azione ciclica del sisma. E ha ricordato come questo terremoto abbia evidenziato il problema delle parti non strutturali, come i tamponamenti o i sistemi di stoccaggio automatizzato. Ecco perchè tutto ciò che è costruzione sia da verificare da parte del progettista. Si tratta di un problema importante, sul territorio nazionale ci sono più di 600.000 edifici industriali.

NTC2018 vs NTC2008 

Vanzi ha evidenziato alcune importanti differenze delle due versioni delle Norme tecniche, tra cui vi è la nuova condizione che rende obbligatori la valutazione di sicurezzza: opere realizzare in assenza o difformità del titolo abitativo, ove necessaio al momento della costruzione, o in difformità alle norme tecniche per le costruzioni vigenti al momento della costruzione, per le costruzioni in classe d’uso IV sono richieste anche le verifiche agli SLE e si inoltre precisato che nelle verifiche rispetto alle azioni sismiche il livello di sicurezza della costruzione è quantificato attraverso il rapporto ζE tra l’azione sismica massima sopportabile dalla struttura e l’azione sismica massima che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione.

 

Costruzioni esistenti in muratura

sergio-lagomarsino-genova.jpgSu questo tema è intervenuto il prof. Sergio Lagomarsino, Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, che ha avviato la sua relazione ricordando i dati sugli ultimi terremoti - che per numero di vittime e danni economici - contestualizzano un Paese estremamente fragile. 

E’ quindi necessario attuale delle strategie per aumentare la resilienza del costruito storico, tenendo conto delle peculiarità tipiche dei nostri edifici, che si distinguono in quelli a Fasce forti, più fragili e soggetti a danni non riparabili e a Fasce deboli, dove i danni in genere sono localizzati su elementi secondari. Ovviamente va tenuto conto che le murature non sono tutte uguali. I casi di Amatrice e Norcia, che hanno avuto nell’ultimo terremoto situazioni molto diverse, ne sono una testimonianza. Norcia peraltro testimonia come le scelte costruttive migliori - quelle del regolamento Poletto - e gli interventi di miglioramento degli anni 80 e 90, possano incidere molto sulla vulnerabilità sismica.

E questi terremoti sono anche giudici e professori per insegnarci la bontà delle tecniche di intervento, come il caso della sostituzione dei tetti in legno con pesanti solette in calcestruzzo. E’ importante intervenire rinforzando, non irrigidendo, tenendo conto delle masse in gioco.

Dopo questi ultimi eventi sismici - ha sottolineato Lagomarsino - “non possiamo più accettare questi disastri e accanirci a conservare tutto, magari con interventi comunque invasivi. Dobbiamo avere anche il coraggio di demolire e ricostruire bene.”

E anche Lagomarsino ha parlato del rapporto ζE che “esprime la gravità dell’inadeguatezza, quando vale 1 la struttura è adeguata”. Ma va capito come questo rapporto ζE è stato calcolato, perché la sua attendibilità dipende dall’accuratezza del modello e metodo di analisi utilizzati, così come del livello e qualità della conoscenza acquisita sulla costruzione. La qualità della modellazione è quindi una priorità per la valutazione della sicurezza sismica.

Per quanto riguarda la Circolare 2019 anche Lagomarsino ha ricordato che l’impianto è rimasto quello del documento del 2009. É un supporto, una guida per il professionista, nella consapevolezza che una norma non può trattare il 100% dei casi. La circolare delinea un percorso organico e completo per l’edificio isolato più regolare, ma i modelli proposti possono essere utilizzati anche negli altri casi, definendo opportunamente gli approcci di modellazione e analisi. E quindi il professore ha delineato quando è opportuno operare con un modello globale o in suddivisione per macroelementi (come per le chiese storiche).

I meccanismi locali, invece, Lagomarsino ha sottolineato siano qualcosa da verificare in più: “sono i meccanismi di dissesto che non sono colti dall’analisi globale, ad esempio, perchè si usa un modello che considera solo la risposta nel piano delle pareti o perchè si assumono efficaci alcuni collegamenti, da verificare separatamente. Questi meccanismi devono essere verificati con modelli locali opportuni”

E Lagomarsino ha evidenziato che quando la muratura è incoerente, non ha dignità strutturale, non si possano applicare i modelli tipici di danno come quello del ribaltamento di blocchi rigidi.

Un’altra novità della Circolare - ricordata da Lagomarsino - è la considerazione dei diaframmi orizzontali e della loro rigidità. I “diaframmi orizzontali sono classificati come: infinitamente rigidi, di rigidezza finita, di rigidezza trascurabile (inadeguati a trasmettere e ripartire azioni orizzontali tra le pareti). In questo ultimo caso ciascuna parete deve essere analizzata separatamente”.

Lagomarsino, è intervenuto sul tema dei livelli di conoscenza: “la conoscenza dell’edificio sul quale si deve intervenire è elemento imprescindibile per una valutazione attendibile, ma presuppone l’uso di indagini che possono anche risultare invasive e costose. Per questa ragione è stata introdotta l’analisi preliminare (C8.5), che consente di individuare le zone critiche ed indirizzare lì le indagini”.

Gli effetti delle accelerazioni verticali del sisma sulle strutture murarie

Infine Lagomarsino ha toccato anche il tema della componente verticale del sisma, che ultimamente sta suscitando molto interesse e discussione.

Oltre al potenziale effetto di progressiva disgregazione delle murature più “povere” a causa di tale componente, ripetuta su molteplici scosse nella storia del manufatto e nell’ambito di una stessa crisi sismica, non si può escludere un effetto combinato con la componente orizzontale sulla capacità di resistenza e spostamento. Tuttavia, ad oggi non abbiamo modelli robusti per la caratterizzazione della pericolosità (entità della componente verticale e sua correlazione con quella orizzontale, vicino o lontano dall’epicentro, in terremoti profondi o superficiali) e per la modellazione del suo effetto sulla capacità (in analisi statiche nonlineari). 

Per cominciare a comprendere il problema, Lagomarsino ha svolto alcune analisi dinamiche nonlineari su un caso studio (un edificio in muratura di 3 piani), sottoposto a tre recenti registrazioni, nelle quali è stata misurata una significativa componente verticale: Mirandola (29 maggio 2012), Amatrice (24 agosto 2016) e Norcia (30 ottobre 2016).

Dai risultati mostrati emerge che la concomitanza delle due componenti orizzontali può influenzare molto la massima domanda di spostamento, mentre nel caso della componente verticale essa appare rilevante solo in alcuni casi. In ogni caso il numero di analisi svolte è insufficiente a trarre delle conclusioni. 

In merito alla componente verticale, Lagomarsino ritiene che la Circolare 2019 non richieda esplicitamente nulla di più di quanto non fosse già indicato nella precedente. Tuttavia è legittimo che un professionista desideri provare a stimare quanto l’edificio in esame sia potenzialmente soggetto a questo effetto.

Quindi, nel frattempo, i software potranno implementare metodi approssimati, non ancora pienamente validati, per eseguire analisi pushover considerando in qualche modo l’effetto sulla resistenza degli elementi murari di una variazione dello sforzo assiale, indotto dalla componente verticale.

Un tema interessante su cui verranno fatti ulteriori studi, per comprenderne sia quali siano i reali effetti, sia i possibili modelli di analisi in grado di rappresentarli. ReLUIS sul tema ha avviato una ricerca, ancora una volta per provare, attraverso la ricerca, a dare una risposta ai problemi e le esigenze del mondo professionale. 

 

NTC 2018 e Circolare: le strutture in Acciaio

giordano-luca.jpgIl prof. Luca Giordano del Politecnico di Torino, ha introdotto il tema delle strutture in acciaio mettendo in evidenza che le NTC2018 hanno ulteriormente sviluppato l’allineamento con gli eurocodici (EC3, EC4 e EC8 nella parte relativa alle strutture in acciaio)  già iniziato con le NTC2008.

Le novità rispetto alla versione precedente delle normative tecniche sono comunque limitati. I più significativi riguardano il richiamo esplicito alla norma armonizzata EN1090 con l’obbligatorietà per il progettista di definizione della Classe di Esecuzione in funzione della Classe di Conseguenza, della Categoria di Servizio e della Categoria di Produzione) e l’introduzione della possibilità di utilizzo di fattori di struttura q maggiori di 1.0 (ma minori di 1.5) per le strutture in acciaio non dissipative.

La presentazione continua con una disamina dell’importanza della corretta presa in conto delle imperfezioni portando ad esempio un’applicazione su un ponte a cavalletto in lamiera ortotropa e con l’introduzione di due aspetti non presenti nelle NTC ovvero la definizione della rigidezza dei nodi trave-colonna ed il suo effetto sul comportamento della struttura e la robustezza delle strutture in acciaio.

Su quest’ultimo aspetto il prof. Giordano, prima di accennare ai problemi di robustezza delle strutture in acciaio, informa che è terminato nel 2018 il lavoro del gruppo di studio del CNR di cui lui fa parte ed è in fase di pubblicazione il documento del CNR relativo alle “Istruzioni per la valutazione della robustezza delle costruzioni”.

 

Il calcestruzzo armato e le variazioni che le NTC2018 hanno introdotto

Infine il prof. Beppe Marano ha affrontato le tematiche inerenti il calcestruzzo armato e le variazioni che le NTC2018 hanno introdotto in questo ambito.

Al di la di una ulteriore armonizzazione con quanto riportato negli eurocodici per alcuni specifici punti, quali la questione dell'aderenza, una importante novità consiste nella introduzione della verifica esplicita della duttilità disponibile, valutata in termini di rotazioni delle sezioni presso inflesse.

Tale novità consiste nella possibilità di calcolare esplicitamente un fattore di duttilità disponibile in curvatura delle sezioni μ, e confrontare questa capacità con un fattore di duttilità richiesta μ∅Ed  che dipende direttamente dalla scelta del fattore di struttura q0.

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A questa verifica si aggiunge un altro punto importante, consistente nella possibilità di valutare nella capacità di rotazione delle sezioni anche il contributo del confinamento offerto dalle armature nei confronti del "nucleo" in cls delle travi o pilastri.

La possibilità di considerare esplicitamente un legame costitutivo del calcestruzzo la cui deformazione ultima può eccedere il "classico" 3.5 per mille (l'aumento di deformazione ultima dipende dalla "tensione efficacie di confinamento", funzione dell'effettivo confinamento offerto dalle armature sul nucleo di calcestruzzo) riesce a far variare anche signicativamente la capacità duttile delle sezioni, come riportato nell’esempio.

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