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Le Professionalità del BIM in Cantiere

Una riflessione di Angelo Ciribini su ruoli e funzioni dei professionisti del cantiere digitale

La norma UNI 11337-7 risente indubbiamente della prevalenza delle esperienze di BIM Management nella fase di progettazione e, comunque, presso le strutture professionali, quantunque la sua validità sia universale.

Ciò induce a chiedersi che cosa ne sia delle professionalità legate al BIM nelle imprese di costruzioni e di installazioni e, comunque, nel corso dell’esecuzione dei lavori.

Il fatto che il BIM, a prescindere dalla azione di predisposizione e di giudizio delle offerte, stia oggi iniziando a entrare in cantiere pone, tuttavia, una serie di quesiti non irrilevanti poiché, a parte una porzione di produzione di dati legata alla progettazione costruttiva, durante l’esecuzione degli interventi la maggior parte della generazione di flussi informativi riguarda le attività di monitoraggio, di controllo e di sorveglianza.

A differenza, infatti, della fase ideativa, in quella realizzativa, oltre a tutto, la maggior parte dei dati prodotti potrebbe progressivamente derivare, anziché da rilevazioni «soggettive» degli operatori della direzione dei lavori, del coordinamento della sicurezza, del collaudo in corso d’opera, della direzione tecnica di cantiere, tramite tablet e altri dispositivi, da fonti «oggettive» come gli apparati della sensoristica, i dispositivi di generazione delle immagini e dei suoni, e così via.

Ruolo e funzioni dei professionisti del cantiere digitale

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Ciò, dunque, significa che uno dei compiti principali attribuibile alle professionalità del BIM «in cantiere» consista nell’elaborazione dei dati al fine di individuare allerte, formulare previsioni, validare automatismi che concernano, ad esempio, i macchinari e gli operatori.

Di là, dunque, dei vari 3D BIM, 4D BIM, 5D BIM, tali professionisti dovranno, perciò, possedere le conoscenze, le competenze e le abilità per esercitare sempre più una azione di intelligence, poiché il cantiere digitale, esteso alla rete logistica che lo connette ai diversi luoghi produttivi della catena di fornitura, basa il proprio incremento di produttività sulla riduzione dell’incertezza e sulla mitigazione del rischio.

Gli operatori della digitalizzazione nel cantiere avranno, quindi, il compito di percepire colla maggior tempestività possibile, oltre che possibilmente di anticipare e di prevenire, le non conformità di varia natura nonché le criticità immaginabili.

Di là di un approccio «collaborativo» tra le parti in causa, il dominio delle data analytics all’interno dell’ambiente di condivisione dei dati sarà fondamentale per il Digitally Enabled Construction Management.

Per questa ragione, si potrebbe immaginare che gli operatori apicali del cantiere digitale debbano essere prevalentemente CDE Manager.

Nella gestione digitale del cantiere sarà decisivo l’ambiente di condivisione dei dati

Orbene, è chiaro che, a parte il cruciale tema della gestione della progettazione costruttiva e alcune applicazioni del BIM per la programmazione dei lavori, per la gestione digitale del cantiere, più che i modelli informativi, sarà decisivo l’ambiente di condivisione dei dati, quale «piattaforma» di comprensione delle tendenze e degli accadimenti in atto che possono, ad esempio, derivare dall’analisi di immagini o di suoni, dalla semantica computazionale applicata ai documenti di cantiere tradotti in basi di dati strutturate, dalla elaborazione dei flussi informativi provenienti dai sensori presenti ogni dove.

In definitiva, molto più che per la fase di progettazione, per quella di realizzazione, i professionisti del cantiere digitale dovranno paradossalmente acquisire una maggiore «cultura del dato», concependo il BIM come un fattore tra gli altri.

È palese, pertanto, che occorra formare tecnici e amministrativi della committenza e dell’impresa di costruzioni e di installazioni, tra On Site e Off Site, specificamente attrezzati per padroneggiare le logiche della sincronizzazione e della autonomazione tipiche della Quarta Rivoluzione Industriale.

Gli operatori del cantiere digitale dovranno, perciò, essere in grado di gestire dialettiche tra le parti su basi computazionali, attualmente sconosciute, che saranno ancor più accresciute dal ricorso a registri distribuiti che, rendendo immodificabili le registrazioni dei dati rilevati, comporteranno un dialogo assai differente tra i soggetti coinvolti nei diversi contratti.

I caratteri di contemporaneità tra rilevazione e decisione, la accessibilità in remoto dei dati, la definizione numerica dell’oggetto negoziale e la sua verificabilità computazionale, la interconnessione continua tra le entità, faranno sì che gli specialisti della gestione digitale del cantiere debbano presentare caratteristiche peculiari, tutte da immaginare, ma sicuramente inerenti all’intelligence.

Per quanto gli aspetti relazionali tra gli esseri umani presenti in cantiere, lungi dallo scomparire, essi non potranno che richiedere un affinamento, nei termini della cooperazione anziché del conflitto, della condivisione in luogo della contraddizione, la dimensione numerica del dato, la centralità dei modelli di dati, probabilmente implicherà una attitudine, per così dire, «indiretta» nei rapporti.

Sotto questo profilo, l’attributo «aumentato» non potrà riferirsi solo agli esoscheletri o ai visori, ma anche, e soprattutto, alla dialogica tra i rappresentanti delle parti: alla loro intelligenza (naturale).

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