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Archiviamo la prevenzione sismica: è inutile, non è dimostrabile che può salvare la vita delle persone

Una riflessione di Andrea Dari dopo l'ennesima sentenza assurda

Questa settimana si è concluso un procedimento giudiziario relativo ad alcune morti del terremoto dell’Emilia del 2012, quelle accadute in un luogo di lavoro.

Il Tribunale ha deciso per l’archiviazione: non saranno svolte indagini a seguito degli esposti presentati dall'ex consigliere bastigliese Antonio Spica. 

"Per il giudice sarebbe impossibile dimostrare che l'applicazione della normativa antisismica avrebbe potuto salvare la vita dei singoli lavoratori delle aziende crollate

Antisismica ? non serve

E’ l’ennesima sentenza che farà discutere, è l’ennesima sentenza che di fatto ci fa davvero riflettere sull’organizzazione del nostro sistema giudiziario.

Il Gip del Tribunale di Modena - la dott.ssa Eleonora Pirillo -  ha reso note le motivazioni con le quali viene archiviata l'indagine relativa alle morti dei lavoratori nei crolli delle aziende della Bassa modenese durante il sisma 2012. 

Il procedimento è quello relativo alla denuncia presentata nel giugno 2018 dall’avvocato Antonio Giardina, esperto nel ramo del Diritto dell’Ambiente, Sismicità e Protezione Civile, su impulso dell'ex consigliere di Bastiglia Antonio Spica, da anni attivo sul fronte delle due calamità naturali che hanno colpito il territorio negli ultimi anni

Una giustizia incredibilmente celere

L'inchiesta era stata "aperta e chiusa in un giorno", in quanto il PM Maria Angela Sighicelli aveva immediatamente chiesto l'archiviazione del caso, cui l'avvocato si era opposto. L'udienza di archiviazione si era tenuta in camera di consiglio il 25 giugno scorso.

Il fulcro della denuncia risiedeva nelle presunte colpe delle istituzioni pubbliche nel periodo antecedente al sisma emiliano, specialmente in merito all'applicazione della normativa antisismica. 

L'indagine "parallela" svolta da Spica e dal legale aveva trovato fondamento in particolare nel verbale della Commissione Grandi Rischi del 5 giugno 2012, ovvero la prima riunione svolta dopo le scosse del 20 e 29 maggio. 

Nel verbale si legge: "[…] il processo di aggiornamento della pericolosità e delle norme sismiche per le costruzioni è stato avviato dall’ordinanza della Protezione Civile OPCM 3274 del 2003; […] va rilevato che la consistenza dei danni del patrimonio edilizio causati dal sisma sono in parte da attribuire ai ritardi con cui tali aggiornamenti sono stati applicati e/o recepiti in documenti normativi cogenti e in particolare: 

1) il ritardo nell’adozione in maniera cogente della nuova classificazione sismica consentendo cosi, ad esempio, che venissero ancora realizzate dopo tale data (2003) costruzioni, tra cui molti capannoni industriali, senza considerare gli effetti sismici […] rimane attuale la raccomandazione già fatta il 28 gennaio 2012 (ndr, 6 mesi prima del sisma) di tenere alta l’attenzione per l’intera area padana, a seguito della elevata sismicità in corso da un anno; 

2) le proroghe e i ritardi con cui sono entrate in vigore in maniera cogente le nuove tecniche sulle costruzioni (NTC2008 e relativa circolare)".

In sintesi, dunque, la Commissione evidenzia ritardi nell'adeguamento della normativa edilizia alle indicazioni forniti dalla Protezione Civile e delle Norme Tecniche di Costruzione deliberate nel 2008.

Le motivazioni del giudice: l’antisismica, è diabolico pensare che serva ?

Si legge infatti nell’ordinanza del GIP: “(...) E' evidente come, pur a volere individuare una colpa generica o specifica delle singole persone fisiche che nell'ambito dei singoli enti si siano interessati alla gestione dell'emergenza post sisma in Emilia Romagna, dovrebbe poi accertarsi il nesso causale nel reato omissivo colposo, dunque la prova che la condotta alternativa lecita avrebbe evitato, con elevata probabilità, l'evento mortale del singolo lavoratore. 

Saremmo dinanzi ad una probatio diabolica, se si pone mente alla circostanza che attraverso una perizia collegiale completa ed esaustiva discussa nel contraddittorio tra le parti, è stata esclusa la responsabilità colposa delle condotte dei responsabili della Hemotronic, sia sul punto relativo all'adeguamento della struttura alla normativa antisismica, sia sul punto della autorizzazione, non vincolante, al rientro dei lavoratori dopo il primo evento sismico del 20 maggio. Dunque, pur volendo ipotizzare una condotta colposa di un numero indistinto di soggetti operanti in enti pubblici, la cui in individuazione sarebbe assolutamente impossibile, le condotte dei responsabili di Haemotronic, ritenute del tutto corrette, avrebbero determinato l'interruzione del nesso causale tra la presunta responsabilità delle condotte colpose degli enti pubblici denunciati ed il singolo evento morte. In altri termini se pur gli enti denunciati avessero agito in modo conforme, secondo quanto ipotizzato dalla difesa, la condotta dei responsabili di Haemotronic è da ritenere causalmente ricollegabile all'evento lesivo e sarebbe un ragionamento del tutto presuntivo ritenere che a fronte dell'osservanza della condotta alternativa lecita da parte degli enti pubblici denunciati, i vertici di Hemotronic avrebbero assunto diverse determinazioni. Dunque, il nesso causale tra la condotta omissiva colposa denunciata, ove provata, sarebbe comunque interrotto dalla condotta, peraltro ritenuta lecita, dei responsabili della Haemotronic. In tale contesto le ulteriori richieste di approfondimento investigativo si presentano del tutto inutili e prive di proficui sbocchi in sede dibattimentale.”

Incredibile: assolti per non aver commesso il fatto (ovvero la prevenzione)

Spica, sottolineando come la denuncia non aveva mai fatto riferimento a qualsiasi condotta relativamente ai proprietari dell’edificio crollato a Medolla (Haemotronic), commenta: "E' incredibile. Come a voler significare che anche in caso di provvedimenti degli organi del Sistema nazionale e regionale di protezione civile che avessero imposto adeguamenti antisismici ovvero verifiche strutturali degli edifici sulla base a parametri tecnico-normativi più severi e stringenti, non si avrebbe avuta la prova del c.d. “nesso causale”, vale a dire che l’adozione ed attuazione di quei provvedimenti avrebbero senz’altro potuto evitare gli eventi mortali che si sono di fatto verificati. E ciò senza che fosse stata mai disposta una consulenza tecnica che avesse accertato appunto le condotte tenute dai soggetti pubblici facenti parte del Sistema regionale e nazionale di Protezione Civile ed il relativo rapporto causale con i crolli che hanno determinato la morte dei lavoratori. L’interpretazione suggerita dal GIP vanifica di fatto lo spirito e le finalità della normativa in materia di protezione civile”.

Cosa potevano fare quei capannoni: cadere

Quando accadde la tragica sequenza mi ricordo chiamai un caro amico, professore ed esperto mondiale di ingegneria sismica. Gli chiesi, perchè tanti capannoni sono crollati. La risposta secca “non potevano fare altro”.

Non potevano fare altro perchè quei capannoni avevano strutture che non tenevano, in alcun conto, il problema delle azioni connesse a un terremoto. Perché ? molti erano vecchi, altri no, ed erano stati tutti realizzati prima della introduzione delle nuova classificazione dei territori dal punto di vista sismico.

Ma per i crolli dei più recenti va aggiunto un particolare: VOLUTAMENTE NON TENEVANO CONTO DEL PERICOLO SISMICO.

Per capire questa frase basta andare a controllare i dati sulle costruzioni immobiliari nell’anno precedente al cambio di classificazione del territorio Emiliano/Veneto/Lombardo. Troverete un boom di capannoni: sviluppo industriale ? no. Molti, ovviamente non tutti, produttori di prefabbricati avevano avvisato i Clienti, dal prossimo anno costruire un capannone costerà molto di più.

Non tutti ovviamente, esistono le aziende serie, ma esistono anche le mele marce.

A cosa serve la normativa sulla sicurezza del lavoro ?

Se è possibile fare questo "giochi d’astuzia”, se è possibile lavorare in ambienti poco sicuri la causa però non sta nella vetustà del patrimonio immobiliare industriale, sta soprattutto nella non corretta applicazione delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, spesso applicate secondo il concetto del bollino blu, del dire che si è fatto.

Paradossalmente oggi un imprenditore può essere multato perchè nel suo capannone non si vede bene la vernice che delimita una corsia di transito e un’area di stoccaggio, senza che nessuno si occupi di un problema molto più grave e importante: quei capannone è sicuro.

Così accade che - malgrado la disponibilità del sisma bonus, e che la struttura prefabbricata sia spesso una delle più semplici e meno onerose da rinforzare - oggi gran parte del patrimonio di edifici produttivi siano ancora fortemente insicuri, con travi appoggiate, senza sistemi di ancoraggio e di ammortizzamento delle azioni del sisma. Al tempo stesso abbiamo scaffalature, spesso alte, spesso caricate eccentricamente, spesso piegate in qualche pilastrino per l’urto di un muretto … appoggiate su pavimentazioni industriali mai progettate che poggiano su sottofondi mai verificati, spesso imbarcate, … e non si sia mai preso in considerazione il pericolo di un ribaltamento per terremoto.

D’altronde per fare l’RSPP basta un corso di 40 ore, non una laurea in ingegneria, come sarebbe auspicabile, e quindi come possiamo pensare che l’imprenditore possa essere avvertito, o interessato, di un problema che può il 15 secondi distruggergli il capannone, ammazzare la sua forza lavoro, interrompere a tempo non definito il suo business ?

Ancora una volta una norma che dovrebbe avere un valore fondamentale per la salvaguardia della salute delle persone è prodotta e applicata in modo ipocrito.

D’altronde, poi può sempre arrivare un giudice che afferma, forse illuminato da CTU ignoranti (in materia), che non è dimostrabile che con l’ingegneria sismica si salvano le persone.

Ci vorrà una Greta dei terremoti ?

andrea-dari.gifA volte mi chiedo se per il nostro Paese sia necessario avere una Greta dei terremoti, una paladina della sicurezza sismica, una bambina di quelle che vive ancora nelle casette schifose di legno, quelle casette che qualche commissario straordinario gli ha fatto avere (purtroppo non una Casa vera, come a L'Aquila), che ancora si sente fare promesse, ma è in grado di saper nulla del suo futuro.

Perchè quando vedo che per fare cambiare le norme tecniche occorrono mediamente 10 anni, quando vedo che un Ministro delle Infrastrutture si tiene il decreto Sisma Bonus nel cassetto per circa un anno e mezzo, quando vedo che una mano dello Stato pubblica il Sisma Bonus e un’altra, con le sue circolari di natura fiscale, lo rende di fatto inutilizzabile, quando vedo che invece di valorizzare le figure professionali esperte e abilitate si consente che la sicurezza del lavoro sia affidata a uno che ha frequentato un corso di 40 ore (e la certificazione energetica nasce ai grafici), quando vedo che per cecità tecnica del nostro Ministero della Cultura si lasciano crollare le più belle cattedrali del nostro Paese (anche quella del Patrono d’Europa, lui protegge noi e noi non proteggiamo la sua casa)  … mi rendo conto che è l’ipocrisia di questo sistema a vincere sempre, l’ignoranza diffusa a tutti i livelli, anche quelli governativi e giudiziari, a presidiare l’insicurezza di questo Paese.

D’altronde, la scritto il GIP di Modena, pensare che l’antisismica possa salvare le persone è diabolico.

Fonte:  Modenatoday.it