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Il Cantiere come Luogo della Svolta Digitale

Un articolo di Angelo Ciribini

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Il giorno 26 Ottobre 2019 si è tenuta, a Brescia, presso ESEB, la prima parte del seminario dedicato da Campus Edilizia al cantiere digitale.

I risultati del colloquio sono contenuti nel volume dal titolo omonimo pubblicato dall'editore Esculapio, a cura dello scrivente, al quale si rimanda per coloro che volessero approfondire la tematica.

Ciò che rileva, tuttavia, dal seminario, che avrà un seguito il 9 Novembre 2019, è il fatto che proprio il cantiere, vale a dire la fase esecutiva, assai più che quella committente/progettuale o quella manutentiva/gestionale, abbia attualmente il compito di disvelare il carattere radicale, e non incrementale, della trasformazione digitale.

Ciò, anzitutto, per la ragione che il cantiere e i suoi antefatti, a iniziare dalla fase di offerta, enfatizzano il valore del dato, a prescindere dal cosiddetto BIM, la cui rilevanza risulta progressivamente ridotta e, soprattutto, la cui utilità risulta direttamente proporzionale alla possibilità che esso offra di strutturare correttamente (numericamente e semanticamente) i dati.

Aprire la scatola del cosiddetto BIM sta, infatti, divenendo sempre più un imperativo che è, peraltro, assolutamente coerente con la prossima affermazione di una generazione che, nei prossimi anni, si affaccerà ai percorsi formativi dell'istruzione superiore con un bagaglio culturale e operativo digitale ben più attrezzato di quello odierno.

Quello che, però, davvero appare ormai palese dagli interventi svolti è la prevalenza della progettazione di reti e di relazioni per l'organizzazione del cantiere e per la programmazione dei lavori, che si dipana da quelle inerenti ai rapporti tra i contraenti e alle capitalizzazioni delle conoscenze per giungere sino alla configurazione dei protocolli di comunicazione, un tema che diverrà cruciale nei prossimi anni.

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La natura, non esclusivamente, ma in gran parte, computazionale di questi approcci sistemici disvela, perciò, la essenza digitale che rifiuta qualsiasi banalizzazione a cui si è, purtroppo, ormai adusi al cospetto del cosiddetto BIM, a iniziare dal 4D per finire col Field BIM.

In definitiva, progettare sistemi significa approssimarsi a una nozione di piattaforma digitale quale dispositivo di governo di reti eterogenee, la cui finalità è giustamente fortemente governata da diritti e doveri legata, ad esempio, alla protezione dei dati personali e alla riservatezza dei dati sensibili, ma che, comunque, pone in primo piano le nozioni di prediction e di intelligence.

Il che spiega perché, contrariamente, al fascino che può generare la progettazione generativa o la gestione del cespite tramite il gemello digitale, il più antico e tradizionale cantiere, quale luogo della massima complessità, assurge a banco di prova di una evoluzione digitale che investe direttamente le identità delle parti in gioco e, dal punto di vista delle garanzie, sollecita le parti sociali.

Digitalizzare il cantiere, i suoi spazi, i suoi flussi, ancor prima che i suoi tempi e i suoi esiti, costringe, in effetti, a confronti con locuzioni come intelligenza artificiale o algoritmo predittivo che, sottratta qualsiasi vaga aurea misterica, propongono la concreta materialità di una svolta digitale che, intesa nella sua migliore espressione, non indulge a esitazioni o a compromessi intorno alla natura dei committenti, dei professionisti e degli imprenditori digitali.

On real time e on remote permettono, infatti, ormai al direttore dei lavori, al direttore tecnico di cantiere, al coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, al medico competente e a quant'altri, di cogliere l'intima essenza di un famigerato 4.0 che discende da una concezione di industrialesimo molto più legata ai modi di pensare e di agire con precisione e in sincronia che non a qualsiasi emulazione o similitudine diretta coi processi manifatturieri.

Al contrario, On Site od Off Site, che sia, il cantiere digitale, molto più che non la fabbrica, diviene il luogo per eccellenza di un cambiamento epocale dei modi di produzione e dei fattori produttivi.

E', d'altra parte, la dimensione sociale del cantiere, della collaborazione e dell'integrazione che, fuori di retorica, lungi da una accezione irenica, costituisce un passaggio dirompente.

In altri termini, una volta accettati i termini della scommessa digitale per il cantiere, non esiste via di fuga da una logica affatto diversa da quella nota, poiché il vocabolo precisione ammette poche tolleranze.

La seconda parte del seminario, non a caso, si concluderà con gli smart contract e con gli smart construction object.

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