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Industria del calcestruzzo preconfezionato in Italia: Primo Rapporto ATECAP

da quest’anno disponibili dati ufficiali specifici per il nostro settore da affiancare agli usuali dati sul cemento per dipingere un quadro più dettagliato del nostro settore.

Un quadro esatto del nostro settore, così variegato e ricco di operatori diffusi su tutto il territorio nazionale è sempre stato difficile da realizzare; fino ad oggi erano disponibili solamente stime derivate dai consumi di cemento pubblicati in via ufficiale da AITEC in forma aggregata e non sempre omogenea con le realtà produttive del nostro settore.
 
In seguito ad accordi raggiunti dalla nostra Associazione con ISTAT e con il Ministero dello Sviluppo Economico sono da quest’anno disponibili dati ufficiali specifici per il nostro settore da affiancare agli usuali dati sul cemento per dipingere un quadro più dettagliato del nostro settore.
Ecco dunque il primo rapporto ATECAP, che presenta un quadro attendibile dell’industria, del suo impatto economico ed occupazionale, valutabile anche come impatto sulla filiera e confrontabile con le situazioni degli altri paesi europei.
Possiamo dunque analizzare un quadro che, sulla base della situazione attuale, ci possa far ipotizzare un’evoluzione futura ed individuare le azioni necessarie a minimizzare i rischi e valorizzare le opportunità che ci sono offerte.
Il quadro generale non è certamente positivo: ci troviamo nel pieno di una crisi gravissima di tutta l’economia mondiale ed europea con ripercussioni particolarmente forti nel settore dell’edilizia; l’Italia in particolare è tra i paesi europei che più faticano a riprendersi . Il livello di investimenti in costruzioni nel nostro paese è tornato ai livelli di 30 anni fa e sembra orientato ad un ulteriore calo.
Un’ulteriore fattore incide fortemente sul nostro settore specifico: confrontando l’andamento dei consumi pro capite dei principali paesi europei  si nota come l’”anomalia” italiana e spagnola stia rientrando, con consumi che sono ora prossimi alla media europea che si è mantenuta sostanzialmente stabile anche negli anni della crisi. Pare quindi che per il futuro i recuperi in volumi produttivi possono essere attesi solo da crescite complessive negli investimenti in costruzioni e non più da elevati consumi specifici; in altre parole è ragionevole attendersi crescite molto lente e deboli, dato il quadro generale di scarsità di investimenti attesi nell’edilizia.
La somma di questi due effetti (crisi dell’edilizia e riduzione dei consumi specifici) ha portato ad una situazione gravissima nel nostro settore: il livello di attività si è dimezzato nel periodo 2007 – 2012, con una previsione di ulteriore forte calo nell’anno in corso [9] per un calo complessivo di quasi il 60%!
I dati ISTAT fotografano un primo effetto della crisi: il numero di aziende del settore si è ridotto di circa 300 unità per un totale circa 600 impianti: numeri importanti ma ancora percentualmente bassi nel panorama produttivo italiano, ancora composto nel 2012 da circa 1.000 aziende con 2.200 impianti. La diminuzione nel numero di impianti in ragione del 22% è molto lontana dal calo del 50% nel mercato: inevitabile dunque una ripercussione sui volumi produttivi medi degli impianti residui, passati da circa 26.000 a poco più di 18.000 mc/anno (-30%) ed un inevitabile forte aumento dei costi fissi.  
Inevitabile poi il risvolto occupazionale, con un calo di circa 4.000 addetti, pari ad un quinto del totale.
Passando ad esaminare la composizione del tessuto industriale del calcestruzzo preconfezionato, appare evidente una forte frammentazione : il 55% delle imprese risulta avere meno di 10 addetti , con una fortissima incidenza di imprenditori nel conto complessivo degli addetti. Quindi un grande numero di piccole aziende : la media nazionale è di 2 impianti per azienda, ma questo valore cala sensibilmente escludendo le maggiori 6/7 imprese del settore che dispongono di un numero rilevante di impianti.
Questo rapporto offre quindi alcuni spunti di riflessione sul nostro settore:
·         Quella che stiamo vivendo sembra non essere solamente una crisi occasionale, ma un cambiamento epocale nel mondo dell’edilizia ed in particolare del calcestruzzo preconfezionato: appare probabile la necessitò di un riposizionamento verso livelli produttivi fortemente ridotti rispetto al passato.
·         La struttura delle aziende è ancora adeguata agli scenari futuri? La struttura necessaria a garantire qualità del prodotto e del servizio al cliente va ad aggravare fortemente la quota di costi fissi, difficilmente recuperabili in un mercato sempre più competitivo.
·         Come si orienteranno le richieste del mercato? La qualità del costruito riuscirà finalmente ad imporsi, sostituendo la qualità alla quantità? E quale può essere la nostra azione in tale direzione?
·         Come si può rendere più incisiva la nostra zione in difesa della legalità e della crescita del settore in questo scenario di grave difficoltà economica e finanziarie delle aziende, che le rende più deboli in presenza di concorrenza sleale?

Su questi quesiti i produttori aderenti ad ATECAP sono chiamati a confrontarsi, dando il proprio contributo a rafforzare l’Associazione perché diventi, ancora di più in questo momento, strumento di difesa e di crescita del settore.