Semplificazione | Digitalizzazione
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Ecco il testo del DL semplificazione: si elimina obbligo di BIM e digitalizzazione ?

Ecco il testo del Decreto legge 31 maggio 2021, n. 77 - DL semplificazione. Alcuni provvedimenti sollevano forti perplessità.

Dall'analisi del testo del Decreto legge 31 maggio 2021, n. 77 scopriamo che si vuole togliere l'obbligo del BIM per gli appalti del PNRR.

Una scelta corretta ? o retrograda e demenziale ? e perchè una doppia corsia, per gli appalti PNRR - dove c'è una maggiore esigenza di controllo richiesto dall'Europa, si toglie il miglior strumento di controllo, il BIM, ma lo si lascia per gli altri appalti. Ecco come stanno le cose e alcuni commenti, personali ovviamente.


Senza digitalizzazione non c'è trasparenza ed efficienza

La bozza del DL Semplificazioni che sta circolando in questi giorni prevede un cambiamento di rotta radicale sul tema della digitalizzazione delle costruzioni. Basta leggere l'articolo 48, comma 6.

"Le stazioni appaltanti che procedono agli affidamenti di cui al comma 1, possono prevedere, nel bando di gara o nella lettera di invito, l’assegnazione di un punteggio premiale per l’uso nella progettazione dei metodi e strumenti elettronici specifici di cui all’articolo 23, comma 1, lettera h), del decreto legislativo n. 50 del 2016. Tali strumenti utilizzano piattaforme interoperabili a mezzo di formati aperti non proprietari, al fine di non limitare la concorrenza tra i fornitori di tecnologie e il coinvolgimento di specifiche progettualità tra i progettisti. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con provvedimento del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, sono stabilite le regole e specifiche tecniche per l’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici di cui al primo periodo, assicurandone il coordinamento con le previsioni di cui al decreto non regolamentare adottato ai sensi del comma 13 del citato articolo 23. "

Sì, non siete diventati orbi, c'è scritto "possono prevedere". In soldoni tutto questo ci dice che per gli appalti finanziati con il PNRR NON si applica il decreto ministeriale 560/17, che ricordiamo è il cosiddetto decreto Baratono con il quale è stata stabilita la progressiva obbligatorietà dell’uso di tali metodi e strumenti in funzione dell’importo e della complessità delle opere.

Si tratta di un passaggio che da un punto dei principi e della cultura tecnica è molto importante e a mio vedere molto negativo perchè lancia un messaggio molto negativo: la digitalizzazione complica, non semplifica


Nota di aggiornamento dell'articolo: dopo la pubblicazione ho ricevuto alcune osservazioni da parte di amici e lettori, sul fatto che nell'art. 49 di fatto non sia indicato che si sopprime il DM 560/17 e quindi si interrompa il percorso di obbligatorietà del BIM. Se così è vero, la norma così come scritta genera confusione, perchè come può essere il BIM per un appalto al tempo stesso obbligatorio e premiante. E poi parliamoci chiaro, non esiste il BIM, esistono diversi livelli di applicazione del BIM, non a caso il DM Baratono parlava di metodi e strumenti elettronici. Insomma serve chiarezza. AD


 

Più che di transizione digitale mi sembra che qui si pensi ai transistor

E in questo siamo antistorici e contro tendenza. A livello internazionale si sta andando in una direzione completamente diversa. 

La Commissione Europea nei vari documenti emanati in coerenza con il Recovery and Resilience Facility (RFF) riprende in ogni punto che la gestione dei processi di concepimento, approvazione, realizzazione e gestione delle opere dovrebbe essere effettuata con metodi e strumenti digitali. Lo si evince anche nel rapporto "Digitalisation in the construction sector" (in allegato) pubblicato nel 2021 dall' "European Construction Sector Observatory. 

"Italy: Italy’s strategy for progressive adoption of BIM (Building Information Modelling) started with approval and publication of UNI 11337 and the “BIM Decree”. It provides for the mandatory application of BIM methodology starting from 2019. UNI 11337 standards – Building and civil engineering works – Digital management of construction information processes, were introduced in 2013. These standards represent the main framework of the national strategy for the digitalisation of buildings. UNI 11337 are divided into 10 parts, each one concerning a specific aspect of BIM. The BIM Decree (DM 560/2017, sometimes referred to as Baratono Decree) implements art. 23 paragraph 13 of the new Code of Public Market, drafted by the Baratono Commission. Such implementation will be done in six phases. First, since 2019, all complex projects worth more than EUR 100.0 million were required to adopt the BIM methodology. By 2020, the use of BIM became mandatory for any complex projects which value is equal to or exceed EUR 50.0 million. As of January 2021, BIM is required for complex projects worth EUR 15.0 million or more. By 2022, the use of BIM will be required for works which amount is equal to or greater than the threshold defined in Article 35 of the Public Contract Code (EUR 5.2 million for works contract). As of January 2023, BIM will be required for works amounting to EUR 1.0 million or more. The last step, planned in 2025, is to expand BIM to all projects, complex or not, up to amounts of less than EUR 1.0 million."

Certo, qualcuno potrebbe obiettare: la pubblica amministrazione non è pronta per operare in modo digitale negli appalti. E quindi, nell'ottica dell’attuazione degli investimenti infrastrutturali, è legittimo chiedersi se sia oggi davvero possibile riconfigurare la PA in chiave digitale entro i tempi previsti dal PNRR.

Allora vorrei ricordare a tutti un caso concreto: la realizzazione del ponte san Giorgio.

Quando si commissionò l'appalto c'è qualcuno che pensò che il BIM sarebbe stato un problema in vista dei tempi stretti con cui si doveva consegnare l'opera. Quindi fu fatta "dolosamente" una "deroga" istituzionale del decreto ministeriale 560/17 prevedendo la non applicabilità a questa opera dell'obbligo del BIM. Una decisione surreale che sollevò tante proteste.

Come è andata però a finire ? che Italferr, dovendo consegnare il progetto in tempi estremamente ristretti valutò di progettare comunque in BIM, ottenendo così come riscontro un migliore controllo della progettazione, un ausilio alle scelte progettuali, una riduzione dei tempi, e una velocizzazione degli iter autorizzatori. Mi risulta che lo stesso studio di Renzo Piano ha voluto lavorare con i modelli digitali forniti dal progettista. Il BIM fu scelto per semplificare.

In quel caso il "governante" aveva eliminato la digitalizzazione pensando di semplificare e l'organo tecnico l'ha applicata perchè voleva semplificare.

 

La semplificazione passa attraverso la transizione digitale

La soluzione a questo problema non può essere solamente il rendere facoltativo e premiale l’utilizzo di metodi e strumenti informativi, perchè in tale modo si vanifica tutto lo sforzo fatto dal 2016 in poi per rendere possibile la transizione digitale del comparto costruzioni. 

Oggi abbiamo committenti pubblici che proprio sulla spinta del DM Baratono lavorano solo con appalti BIM, pensiamo all'esempio dell'Agenzia del Demanio, società di ingegneria come Italferr che non solo lavorano in BIM sugli appalti più complessi e impegnativi del Paese, ma sono anche state premiate a livello internazionale per quello che fanno. Dal punto di vista delle norme nazionali e internazionali siamo spesso i capofila. E' italiano, il Politecnico di Milano, il soggetto che ha coordinato i lavori per il progetto pilota della piattaforma digitale europea delle costruzioni (digiPlace) che nasce da una proposta italiana (Federcostruzioni).

La spinta dell'obbligatorietà ha costretto tutti a farci i conti e oggi l'Italia può svolgere un ruolo guida a livello internazionale sul tema della digitalizzazione.

La semplificazione richiede regole semplici e metodi moderni. La semplificazione ha bisogno della digitalizzazione.

Piuttosto trovo quasi ridicolo pensare di affrontare un tema così importante continuando a discutere solo di sub appalto e massimo ribasso. Ne parliamo dai tempi della Legge Merloni, cambiando regoline e norme a ogni cambio di governo e ottenendo sempre una maggiore complessità.

Non posso pensare di cambiare i sistemi di mobilità di un paese solo regolamentando chi può stare in officina o meno. 

 


Dopo questo articolo abbiamo pubblicato un interessante commento di Angelo Ciribini -  La Digitalizzazione e il Decreto Semplificazioni: Note a Margine del Quadro Strategico - che solleva una questione importante: questa semplificazione non modernizza i processi delle costruzioni ? vi suggerisco la lettura.


Miglioramo il DM 560/17, non uccidiamolo

Nel paragrafo del DL semplificazioni sopra riportato si escrvive espressamente: "Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con provvedimento del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, sono stabilite le regole e specifiche tecniche per l’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici di cui al primo periodo, assicurandone il coordinamento con le previsioni di cui al decreto non regolamentare adottato ai sensi del comma 13 del citato articolo 23."

E' chiaro quindi che si stia pensando a una revisione del DM 560/17, ed è anche normale perchè tutte le norme e leggi dopo una prima sperimentazione andrebbero migliorate e aggiornate. E sul DM 560/17 sarebbe utile intervenire con alcune modifiche.

Per esempio, si pensi ai casi di manutenzione stradale riguardanti la sostituzione del manto. Importi a volte alti, ma in cui non ravvedo l'esigenza di applicare quanto previsto dal DM. Quindi escludere dall’obbligatorietà le manutenzioni ordinarie e straordinarie di alcuni settori.

Si potrebbe rivedere anche la tempistica e le soglie di obbligatorietà. Alcuni provvedimenti che dovevano seguire al DM, come la nomina della commissione di monitoraggio, sono arrivati in ritardo. Per tenerne si potrebbe quindi intervenire, per esempio rendendo obbligatorio l’utilizzo di metodi e strumenti informativi per opere di importo superiore alla soglia comunitaria.


Ormai è evidente che dopo l'uscita di questo DL semplificazione ci sarà una revisione del DM 560/17. Strana la storia che riguarda la pubblicazione di questo importante provvedimento sulla digitalizzazione delle costruzioni. Nel 2016 era Ministro del MIT il dott. Graziano Delrio, e si tenne un evento dedicato al BIM a Montecitorio. Graziano Delrio disse pubblicamente che il BIM sarebbe diventato obbligatorio nelle opere pubbliche in un mese. Poi sceso dal pulpito ai giornalisti dichiarò che sarebbe stato reso un pubblico in 3 mesi. Poi lo intervistammo il ministro nella stanza attigua all'evento, ecco il link all'articolo "DELRIO, testare il BIM per 12-14 mesi negli Appalti Pubblici per poi renderlo obbligatorio" e cambio nuovamente versione. Poi nel 2017 uscì sempre sotto il suo mandato il Decreto Baratono. 


 

 

IL DL semplificazioni nasce vecchio ? forse sì, forse no

Ho letto diverse bozze del DL trovando anche molte cose buone, come per esempio sul tema dei termini temporali di risposta della PA. Altre che non mi convincono fino in fondo perchè rappresentano di fatto soluzioni che non hanno alcuna discontinuità con il passato. 

La modernizzazione richiede dei salti - anche coraggiosi - che tengano conto dell'innovazione tecnologica e degli strumenti digitali che ogni giorno non solo sono disponibili, ma anche più diffusi e utilizzati. Troppo spesso si pensa che la semplificazione possa partire da confronti tra politici e parti sociali, che hanno spesso il difetto di veder l'argomento da un'ottica troppo vicina. Fondamentale è il confronto con quanto accade all'estero, con l'umiltà di copiare quello che funziona.

Non possiamo continuare a lamentarci del problema della destrutturazione delle imprese che operano nel settore delle costruzioni e poi osannare politiche di finanziamento dei micro interventi in edilizia che favoriscono solo i piccoli artigiani. Non possiamo continuare a lamentarci della complessità delle norme urbanistiche e poi scandalizzarci quando si chiede una sanatoria sulle difformità brevi degli edifici costruiti oltre vent'anni fa. Non possiamo continuare a lamentarci che c'è un problema di sub appalto dei servizi e delle attività quando poi non abbiamo un serio e applicato sistema di valorizzazione delle specializzazioni di chi progetta e costruisce. Chi da noi è considerato troppo giovane per guidare aziende, associazioni, ministeri, all'estero è già a capo dei governi.

La semplificazione è ancor prima un problema di teste, poi di norme.

Un'ultima nota.

Caro Mario Draghi, ma perchè prima di approvare un DL non lo fate circolare pubblicamente per raccogliere pareri e osservazioni ? a volte sarebbe utile un parere di un geometra. Ci vediamo sul green ...

 

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Il Decreto legge 31 maggio 2021, n. 77

Per leggere la sintesi del dl Semplificazioni ecco l'articolo che riprende il provvedimento punto per punto.

dl Semplificazioni: sintesi e testo del provvedimento del Consiglio dei Ministri

 

Articolo integrale in PDF

L’articolo nella sua forma integrale è disponibile attraverso il LINK riportato di seguito.
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