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La crisi è sempre un’occasione di innovazione e miglioramento, anche per il calcestruzzo

L’energia costa sempre di più, con sbalzi da batticuore. Il carbone per il cemento peraltro diventa sempre più difficile da reperire. La CO2, al momento, si è stabilizzata, ma su valori che incidono sulla produzione del cemento in modo incredibile. E di conseguenza del calcestruzzo.

 

L’energia costa sempre di più, con sbalzi da batticuore. Il carbone per il cemento peraltro diventa sempre più difficile da reperire. La CO2, al momento, si è stabilizzata, ma su valori che incidono sulla produzione del cemento in modo incredibile. Ne ho parlato con Antonio Buzzi in due recenti articoli ["Aumenti costi energia, scarsità prodotti di processo: cosa fare per non fermare l'industria del cemento" e "Produrre cemento in Italia: costa di più di Germania, America, Nordafrica"] e tutto questo sta portando ad un aumento dei costi dei leganti senza precedenti. E di conseguenza del calcestruzzo. 


Inflazione senza limiti per tutto, anche nelle costruzioni

Ma non è solo un problema di calcestruzzo. Anche per le armature e le fibre - di qualsiasi materiale siano - anche per gli additivi, anche per i disarmanti, anche per le casseforme, anche per il gasolio che fa muovere autobetoniere, camion e pompe, anche per le impalcature, insomma tutto ha problemi di aumento vertiginoso di prezzi e reperibilità. E l’aumento è senza regole. Ci sono prodotti il cui prezzo aumenta del 100% in un giorno, per calare poi il giorno successivo.

Tra le cause i problema del trasporto marittimo di container. Di recente Claudio Bozzo, chief operating officer per il mercato globale di Msc, intervenendo alla prima edizione del Summit della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera ha evidenziato che ci saranno problemi per almeno ancora un anno.

 

Fondamentale rinforzare l’industria europea

In questo contesto è fondamentale rinforzare l’industria europea. L’Unione deve avere la capacità di sostenere un nuovo processo di industrializzazione, a cominciare da tutte quelle produzioni che hanno un valore strategico per lo sviluppo dell’economie di ogni paese: cemento, acciaio, chimica. E questo richiede anche politiche transnazionali all’interno dell’unione su energia, gestione dei rifiuti, quote CO2, mobilità e infrastrutture. Non possiamo, purtroppo, permetterci che sia il contadino della puglia o della val susa, o il sindaco di una cittadina di provincia a definire le politiche di sviluppo del nostro continente. Altrimenti addio 2030 e 2050.

 

Cambiano i parametri, nascono anche delle opportunità

L’aumento del costo dei leganti, delle casseforme, del gasolio sono un problema, ma possono diventare un’opportunità. Fino ad oggi le costruzioni sono state ampiamente influenzate dal fatto che vi fossero tecnologie disponibili a basso costo tali da non spingere verso una evoluzione di processi e di prodotti. 

Che bisogno c’era di prevedere un calcestruzzo autocompattante - più costoso - quando tutto sommato il calcestruzzo tradizionale costava tanto meno e il costo del pompaggio era comunque limitato? il risultato è che il cosiddetto SCC è rimasto una soluzione solo per casi specifici, con buona pace dei tantissimi benefici che ha la possibilità di conferire sia in fase di costruzione che sulla qualità dell’opera.

 

La crisi è sempre un’occasione di innovazione e miglioramento, anche per il calcestruzzo

 

Analogo ragionamento si potrebbe fare sui calcestruzzi fibrorinforzati ad alta resistenza. Al di là di una normativa che considero assurdamente fuori da un contesto di mercato, questo materiale è davvero il futuro delle opere edili e infrastrutturali. Le prestazioni ottenibili consentono non solo di avere un materiale in opera molto più resistente al degrado e alle aggressioni dell’ambiente esterno, ma anche di ridurre in modo sensibile le sezioni delle strutture, risparmiando in volumi di calcestruzzo (e quindi componenti e di consumi dovuti al trasporto), di quantità di casseforme e disarmanti.

Dal punto di vista economico il prodotto ad alte prestazioni è stato spesso snobbato, non considerando a fondo questi valori di tipo economico in fase progettuale sempre per il solito motivo: il calcestruzzo tradizionale costava poco. Oggi questi aumenti potrebbero rendere i prodotti speciali più competitivi e utilizzabili nelle costruzioni.

 

Cosa serve per questo cambiamento

Innanzitutto occorrono norme che aiutino, e non contrastino, l’evoluzione tecnologica. Il fatto che diverse aziende del nostro settore abbiamo puntato ad ottenere l’ETA in altri Paesi invece che in Italia, così come l’eccessiva prescrizionalità di alcune linee guida del Consiglio Superiore dei LLPP., testimoniano il fatto che occorra avviare un nuovo approccio alle norme anche a livello nazionale.

E poi è necessario che il settore ci creda. Quando dico il settore non intendo solo alcuni produttori di calcestruzzo, ma intendo tutta la filiera

Oggi più che mai è necessario procedere all’unisono - comprendendo che non c’è futuro se si pensa che si tratti solo di speculazione di qualcuno nei confronti di altri - e avviare politiche comuni che portino chi progetta e chi commissiona a scegliere l’innovazione come strumento per superare non solo l’aumento dei prezzi ma anche per migliorare la qualità delle opere.

Occorre uno sguardo di tutti rivolto al futuro, smettendo di crogiolarsi in visioni troppo nostalgiche del passato, perchè quella che oggi può essere un’occasione di rinnovamento, se non colta, potrebbe essere un macigno troppo grave per i prossimi anni.

Al SAIE InCalcestruzzo parleremo di questo. E non solo.