Calcestruzzo Armato
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Prestazioni reologiche e meccaniche di calcestruzzi confezionati con acque di lavaggio delle autobetoniere

L’articolo affronta la problematica del riciclo di acqua di lavaggio delle autobetoniere in sostituzione di quella potabile nella produzione di calcestruzzo.

SOMMARIO
Nello specifico, sono state studiate le prestazioni reologiche e meccaniche del calcestruzzo sostituendo integralmente l’acqua potabile con acque di lavaggio provenienti da un impianto di chiarificazione. Sono state prelevate tre acque con contenuto di solidi compreso tra 0,13 % e 5,5% in massa. Sono stati utilizzati tre diversi tipi di cemento maggiormente diffusi nel mercato italiano, con diverse classi di resistenza. Il rapporto acqua-cemento è stato modificato al fine di produrre due serie di calcestruzzi con resistenza a compressione a 28 giorni pari a 30 e 35 MPa. Il dosaggio dell’additivo superfluidificante è stato regolato al fine di conseguire un valore di slump di 210 mm al termine della procedura di miscelazione. Il mantenimento della lavorabilità nel tempo è stato valutato fino a 60 minuti sia mediante prove di abbassamento al cono che di spandimento alla tavola a scosse. Dopo 60 minuti dal confezionamento è stata effettuata una riaggiunta di acqua per riportare il conglomerato ad una lavorabilità pari a quella iniziale (retempering). La resistenza alla compressione a 1, 7 e 28 giorni è stata misurata su provini cubici estratti prima e dopo il retempering.
I dati indicano che la quantità di solidi sospesi in acqua influenza la perdita della lavorabilità nel tempo e si osserva una perdita fino a 2 classi di consistenza dopo 60 minuti di confezionamento per il maggiore contenuto di particelle. La quantità di acqua potabile da riaggiungere nella procedura di retempering del calcestruzzo aumenta con il tenore di solidi sospesi e si osserva una proporzionale riduzione della resistenza a compressione. La presenza di particelle solide provoca, di contro, un aumento della resistenza a compressione alle brevissime stagionature; questo effetto è ascrivibile al miglioramento dell’interfaccia pasta/aggregato.
La modifica della curva granulometrica degli aggregati per tener conto del maggior apporto di solidi sospesi nell’acqua di lavaggio permette di limitare la perdita di lavorabilità e riduce il rischio di indesiderabili riaggiunte d’acqua in cantiere che provocherebbero inevitabili penalizzazioni della resistenza a compressione del conglomerato. I dati sperimentali confermano la possibilità di utilizzare acqua di lavaggio per la produzione di calcestruzzo in sostituzione di acqua potabile anche se è necessario provvedere alla ridefinizione del mix design del conglomerato per compensare il maggior apporto di fini e finissimi con l’acqua di lavaggio.

Nell'articolo completo:

1. INTRODUZIONE

2. METODOLOGIA SPERIMENTALE

3. RISULTATI E DISCUSSIONE

4. CONCLUSIONI
 

 


 

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